Poliomielite, un incubo infantile che credevamo relegato tra gli incubi della storia. Come le guerre, virus umano in gran ritorno. Il bollettino emesso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non lascia dubbi: i campioni raccolti lo scorso 16 giugno, a Gaza, sono positivi al virus “cVDPV2” della poliomielite. Ulteriori esami, hanno accertato che si tratta della variante di un ceppo già isolato in Egitto, lo scorso anno. I rilevamenti si riferiscono, informa ancora l’OMS, alle aree di Khan Younis e Deir al-Balah, nel sud-est della Striscia. Si tratta, aggiungiamo noi, dei punti di raccolta imposti dagli israeliani per i profughi del nord di Gaza, che si sono saturati fino all’inverosimile. Purtroppo, per vari motivi, le analisi dei campioni prelevati a giugno sono state effettuate con lentezza, e i loro risultati resi noti solo il 16 luglio.
Due mesi di vantaggio dati al virus. Da giugno, dobbiamo dedurre, è cominciato un palleggiamento di responsabilità, con le organizzazioni dell’Onu che hanno cominciato a fare forti pressioni sui politici, per ottenere una ‘tregua vaccinale’. Cioè, la sospensione dei combattimenti, per almeno una settimana, per consentire la somministrazione del vaccino specifico, antipolio, a tutti i bambini sotto i 10 anni. In questo mese, però, i politici hanno fatto orecchio da mercante e così l’infezione ha avuto il tempo di progredire. Quanto? Non si sa, ma già c’è stato di sicuro il primo morto (con decesso diagnosticato per polio fulminante) e si sono registrati i primi casi di ricovero, in una struttura sanitaria ormai ridotta a zero. Insomma, l’allarme che era stato lanciato era più che fondato, e adesso che la situazione si fa seria, gli americani comincia a preoccuparsi.
L’estendersi di un’epidemia che colpisce bambini, a Gaza, e che per giunta era stata preavvertita, sarebbe un brutto colpo per la stessa immagine della Casa Bianca. A partire dai suoi vertici politici presenti e futuri. Vertici militari: ieri, mentre parlava di un’eventuale escalation bellica (la testa corre sempre al Libano), il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha sollevato l’argomento della poliomielite col Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. È nei comunicati ufficiali -segno che la situazione si presenta più seria del previsto-, tanto che a Washington non la stanno prendendo per niente sottogamba. Ma occorre trovare una pausa nei combattimenti. Infatti, la somministrazione del vaccino richiede un protocollo rigoroso. Il Ministero della Salute palestinese di Ramallah (Cisgiordania) ha fatto sapere di avere già predisposto un dettagliato programma, in collaborazione con l’UNRWA, l’OMS, l’Unicef e altre agenzie.
Tutti i bambini sotto i 10 anni di Gaza riceveranno due dosi del vaccino, con un intervallo di un mese. I funzionari palestinesi hanno raccolto circa 1, 6 milioni di dosi, più che sufficienti per immunizzare i 640 mila bambini della Striscia. L’obiettivo è quello di riuscire a somministrare il vaccino almeno all’85% della popolazione nella fascia d’età ‘bersaglio’. Queste sono le premesse, ma l’OMS chiarisce che tutti dovranno collaborare. In primis gli israeliani. Ecco perché: “Si prevede che le consegne dei vaccini e delle attrezzature per la catena del freddo transiteranno attraverso l’aeroporto Ben Gurion (Israele), prima di arrivare a Gaza, entro la fine di agosto). È essenziale che il trasporto sia facilitato in ogni momento del viaggio, per garantire la tempestività della ricezione”.
Significa, che se gli israeliani perdono tempo nei trasferimenti (con le autorizzazioni) o non conservano la refrigerazione, i vaccini possono avariarsi e perdere efficacia. In pratica, non servire più a niente. Non solo. Per capitalizzare la vaccinazione e raggiungere tutti i bambini, l’OMS ha predisposto, d’intesa con le autorità palestinesi, ben 708 team, “inclusi ospedali, strutture sanitarie da campo e centri di assistenza in tutte le municipalità della Striscia. Un esercito di circa 2700 operatori, inoltre, sosterrà entrambi i round della campagna antipolio”. La poliomielite era stata sradicata da Gaza 25 anni fa e adesso è ricomparsa per colpa della guerra. Disagi e privazioni hanno impedito di seguire correttamente la procedura vaccinale che, nell’ultimo anno, è scesa sotto il 90%. Una soglia critica quella del restante 10%, che può presto salire in modo esponenziale, dando luogo all’esplosione di fulminee e devastanti epidemie.
E l’OMS avvisa: “Il rischio della diffusione della poliomielite, a Gaza e a livello internazionale, rimane elevato, date le lacune nell’immunità dei bambini. Dovute all’interruzione della vaccinazione di routine, alla decimazione del sistema sanitario, al continuo spostamento della popolazione, alla malnutrizione e ai sistemi idrici e igienico-sanitari gravemente danneggiati”. Insomma, una sorta di “pulizia etnica” indiretta, forse non voluta, ma certamente favorita, di cui molti accusano Israele. E allora, Netanyahu dimostri che non è vero: dia ai bimbi di Gaza la possibilità di vaccinarsi per non morire.