Naufragi: tra yacht e barconi anche la compassione è selettiva

La tragedia di Palermo, con la mobilitazione per salvare i sopravvissuti e trovare i corpi dei dispersi. Forte l’emozione suscitata e la grande mobilitazione per trarre in salvo le persone coinvolte nel naufragio del mega-yacht Bayesian, nave a vela di 56 metri di lunghezza, al largo di Porticello, 20 chilometri da Palermo. Trepidazione per i sei dispersi, tra cui il tycoon tecnologico Mike Lynch, il Bill Gates britannico, mentre i quindici salvati sono stati immediatamente portarti al pronto soccorso di Termini Imerese.
Sempre per le tragedie in mare si dovrebbe agire così, sempre si dovrebbe palpitare per la sorte dei naufraghi, sempre bisognerebbe ricoverare a terra gli scampati il più presto possibile. Perché coi barconi dei migranti questo non accade?

Ci sono naufraghi e naufraghi

Soccorsi immediati, mobilitazione per salvare i sopravvissuti e trovare i dispersi. Sempre in mare si dovrebbe agire così. «Purtroppo però queste basilari regole di umanità non valgono per tutti», rileva, solitario ‘bastian contrario’, Maurizio Ambrosini su Avvenire. «Colpisce la distanza tra la giusta empatia rivolta ai passeggeri dello yacht e il trattamento politico, mediatico, e si potrebbe dire ‘antropologico’ riservato ai naufraghi dei viaggi della speranza dalla costa sud del Mediterraneo.

Cimitero Mediterraneo

I dati che seguono sono freschi agenzia ANSA di mattinata. Oltre 1.000 migranti sono morti o sono stati dichiarati dispersi nel Mediterraneo centrale dall’inizio del 2024 al 17 agosto: lo ha reso noto su X l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) in Libia. Le vittime, ha precisato l’Oim, sono state 421 mentre i dispersi 603, per un totale di 1.024 persone. Nello stesso periodo, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 13.763, di cui 12.220 uomini, 947 donne, 460 minori e 136 persone per le quali non sono disponibili dati di genere.

Torniamo ad Avvenire

Dettagli: scaricabarile tra governi, tentativi di addossare l’onere dei soccorsi alle autorità dei paesi da cui salpano le imbarcazioni (Libia, Tunisia, Egitto, Turchia), ritardi, omissioni, disimpegno delle navi in transito. Monta l’indifferenza per la sorte delle persone che affrontano il mare per cercare asilo in Europa, e i loro naufragi fanno sempre meno notizia. Indegna l’ingiunzione alle navi delle Ong di un solo salvataggio e poi di raggiungere porti lontani. Non credibili le motivazioni. La vera ragione è quella di ostacolare i salvataggi, infierendo sui naufraghi, aumentando i costi per le ONG, lasciando più sguarnito il mare da pattugliare.

La cultura dello scarto

Facile trovare delle differenze tra i due casi per giustificare le disparità. Certo i naufraghi del Bayesian non sapevano di affrontare un rischio mortale, né avevano intenzione di presentare una domanda di asilo (ammesso che questa sia una colpa). Non graveranno sul precario sistema di accoglienza e non chiederanno aiuti allo Stato italiano, ma anzi, col turismo portavano soldi. Ma esiste la ‘cultura dello scarto’, denunciata da Papa Francesco. La selezione delle ‘tre P’: passaporti, portafogli, professioni. Le tre P di una discriminazione planetaria. Chi possiede il passaporto giusto, oppure un portafoglio ben fornito, oppure una professione richiesta nei luoghi di destinazione.

La pietà dovuta agli sfortunati del Bayesian

«Il Bayesian è una piccola Concordia, laggiù a 50 metri di profondità è veramente difficile avanzare», raccontano i sommozzatori. Arrivare e recuperare i corpi intrappolati del miliardario britannico Mike Lynch e della figlia Hannah, del presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e di sua moglie Anne Elizabeth, dell’avvocato Chris Morvillo e della moglie Nada. Ieri avevano recuperato il corpo del cuoco Ricardo Tomas, all’esterno della nave. Oggi due delle vittime intrappolare nelle cabine. Dispiego di mezzi e mezza ambasciata di Londra in Italia, a Palermo, a sollecitare e verificare interventi tecnici e i soccorsi medici.

Di fatto scopriamo, se mai fosse stato ancora necessario, che pure i soccorsi, la compassione e l’accoglienza dei sopravvissuti non sono uguali per tutti. Anche le più elementari regole di umanità sono applicate selettivamente, simbolo di un mondo drammaticamente sperequato.

 

Tags: naufragi
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