Berlino taglia gli aiuti a Kiev: guai di bilancio e conti Nord Stream

La Germania sospenderà i nuovi aiuti militari all’Ucraina a causa della crisi di bilancio. Lo ha reso noto un recente rapporto pubblicato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) in cui si afferma che il governo tedesco non approverà ulteriori richieste di aiuti militari per l’Ucraina provenienti dal Ministero della Difesa e rilanciato da Analisi Mondo. In più la verità sul gasdotto Nord Stream non più ignorabile.

Quei 12 miliardi di deficit

La necessità di affrontare il deficit di bilancio di circa 12 miliardi di euro. Una fonte governativa, citata dalla FAZ, ha dichiarato che “il vaso è vuoto”, segnalando che ulteriori misure di sostegno saranno possibili solo se si troveranno nuovi fondi nei prossimi bilanci federali. I tagli ‘ufficiali’ riguardano solo i bilanci futuri ma secondo la FAZ difficoltà sono già riscontrabili oggi poiché per la carenza di pezzi di ricambio e munizioni, molte delle armi fornite possono essere utilizzate solo con forti limitazioni come gli obici semoventi da 155 mm e i carri armati Leopard 1A5, molti dei quali sono stati ‘cannibalizzati’ per far fronte alla carenza di pezzi di ricambio. Problemi di sostanza oltre a quelli di immagine.

Tagli operativi subito e niente soldi russi

In termini finanziati Berlino vorrebbe sostituire i propri stanziamenti a sostegno de Kiev con i prelievi degli interessi sui 300 miliardi di dollari russi congelati in Occidente dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Discutibile e discussa decisione al G-7 in Italia a giugno, di utilizzare gli interessi dei soldi russi bloccato nelle banche europee per contribuire a un prestito di 50 miliardi di dollari per Kiev. Ma di fatto, non è stato ancora raggiunto alcun accordo formale sul possibile impiego diretto di quei fondi russi e dagli interessi per sostenere lo sforzo bellico ucraino. Problema giuridico sulla fattibilità di utilizzare i soldi altrui, e sulla futura credibilità delle banche europee. Cassaforte Ue cancellata.

Il Bundestag frena

Come ha ricordato l’agenzia di stampa Nova, il presidente del partito dei Verdi nella commissione bilancio del Bundestag ha dichiarato che “non c’è nulla di concreto” sull’uso di tali beni, mentre Andreas Schwarz, per il gruppo parlamentare SPD, ha sottolineato che non si sa “se e quando i beni russi potrebbero essere destinati all’Ucraina o se questo sia effettivamente possibile dal punto di vista legale”. Wolfgang Buechner, portavoce dell’esecutivo, ha sottolineato il sostegno all’Ucraina senza entrare nei dettagli. “Nessuno, in particolare il presidente russo, può aspettarsi passi indietro da parte nostra”, ha detto Buechner ripreso dall’agenzia Bloomberg. Sintesi dei fatti, molto bla bla, e poco altro.

Le conferma indiretta del cancelliere

In evidente imbarazzo, il cancelliere Scholz, ha implicitamente confermato rivelazioni della FAZ, ribadendo il noto. “La Germania rimane, il più forte sostenitore dell’Ucraina in Europa con un prestito da 50 miliardi di euro che lanciamo con il G7” ha scritto su X il Cancelliere. “Su questo l’Ucraina può contare” ha aggiunto, ma facendo riferimento proprio al prestito che dovrebbe venire garantito con i fondi sottratti alla Russia con un processo che resta nella più totale incertezza soprattutto in termini di legalità internazionale. La vicenda coincide con le rivelazioni circa le responsabilità ucraine nella distruzione dei gasdotti Nord Stream nel settembre 2022, ormai incontestabilmente dimostrata.

Nord Stream un conto da saldare (a più voci)

Sarah Wagenknecht, parlamentare ed ex europarlamentare e leader del neonato partito della sinistra ‘Unione’ (ex Die Linke), ha affermato che la Germania dovrebbe smettere di fornire armi all’Ucraina se fosse dimostrato il coinvolgimento di Kiev nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, accusando il governo di “nascondere informazioni”.

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