
con la politica a soffiare sugli istinti bassi del tifoso. Non ve ne siete accorti? Ma sì che ce ne siamo accorti tutti. Zerocalcare dopo i primi quattro giorni di figure barbine politico-mediatiche olimpiche ha fatto un fumetto disegnato a matita, geniale, per evidenziare con precisione lo stato culturale e politico di un Paese ignorante, figlio degli slogan a ciufolo amplificati da un giornalismo compiacente, incapace di porre domande critiche, o semplicemente di verificare una fonte.
Perfettamente incarnata dalla classe dirigente del Paese, quindi sdoganata a livello mediatico come mai prima. Così abbiamo sentito anche commentatori spiegare ai campioni veri il valore della cattiveria nello sport, o la potenza scenica e culturale dell’ignoranza. Persone che non hanno fatto altro sport nella vita che un padel con i colleghi sono salite in cattedra a dare lezioni sulla perfida retorica della circonferenza delle palle.
Atleti giovani giovani sono stati costretti a difendersi da questi pachidermi del conformismo. Hanno spiegato a marziani precipitati nella realtà olimpica il valore dello sport, il sogno delle Olimpiadi, la cultura del rispetto per l’avversario.
L’ultima generazione è gentile, ambientalista e combattiva. Anche nuotando, facendo scherma o atletica, ha mostrato una Italia diversa, rispettosa e capace di pensare a un futuro non becero. Sicuramente meglio di chi ci racconta e di chi ci governa.