La base aerea 201, vicino ad Agadez, nel Niger centrale, è stata costruita e completata nel 2019 -100 milioni di dollari-, per ospitare aerei e droni, e ha fornito un ampio supporto alle operazioni statunitensi contro le milizie dell’Islamic State e al-Qaeda prima del colpo di stato del 26 luglio scorso in Niger. “Negli ultimi dieci anni, le truppe statunitensi hanno addestrato le forze del Niger e supportato missioni antiterrorismo guidate dai partner contro lo Stato islamico e al Qaeda nella regione”, afferma una nota dello US Africa Command, l’AFRICOM.
“L’efficace cooperazione e comunicazione tra le forze armate statunitensi e nigerine ha garantito che questo turnover fosse completato prima del previsto e senza complicazioni”. La giunta del Niger ha dato agli Stati Uniti tempo fino al 15 settembre per ritirare le truppe dal suo territorio. Le truppe statunitensi si sono ritirate dalla base aerea 101 di Niamey l’8 luglio scorso”, riposta Analisi Difesa. Il primo dispiegamento di truppe statunitensi in Niger è avvenuto nel 2013, con 100 militari che hanno operato da una base militare all’aeroporto di Niamey, condivisa con la Francia. In seguito, Washington ha costruito una delle sue più grandi basi per droni in Africa ad Agadez, ‘Base 201’, in Niger.
Gli Stati Uniti stanno ora cercando di stabilire nuovi accordi di cooperazione in materia di sicurezza e stanno prendendo in considerazione paesi come Ghana, Costa d’Avorio e Benin per i loro droni da ricognizione americani. Problemi politici a danno di Washington, l’azione militare Ucraina di sostegno alle milizie ribelli Tuareg. Il governo nigerino ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ucraina accusando Kiev di “sostegno a gruppi terroristici”, con ricorso “al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con l’obiettivo di pronunciarsi sull’aggressione Ucraina”.
Stessa rottura diplomatica (e tensione verso gli Usa), da parte del Mali dopo che è emerso il ruolo dell’Ucraina nell’addestrare i ribelli tuareg e jihadisti dopo l’attacco a una colonna dell’esercito maliano a fine di luglio nel nord del paese che ha provocato secondo alcune fonti circa 130 caduti e prigionieri tra l’esercito del Mali e i combattenti russi dell’Africa Corp (ex Gruppo Wagner). Una cooperazione ammessa dai servizi segreti militari ucraini (che hanno diffuso anche un’immagine delle milizie tuareg con la bandiera ucraina) e confermata da un’inchiesta del Washington Post che rivela alla fine del 2023 abbiano inviato un piccolo gruppo di loro miliziani ad addestrarsi in Ucraina (e forse anche a combattere).
Il Washington Post cita l’esperto di jihadismo nel Sahel del Soufan Center, Wassim Nasr, secondo cui le forze ucraine non sarebbero direttamente coinvolte negli attacchi di fine luglio a Tinzawatene, ma si dice convinto che gli ucraini abbiano fornito le informazioni di intelligence necessarie alla battaglia, aiuti finanziari e addestramento all’impiego dei droni-kamikaze.
Nasr ha inoltre confermato il coinvolgimento nell’area, a fianco dei ribelli tuareg, anche dei combattenti del gruppo filo Al-Qaida di Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM). Amicizie decisamente pericolose anche per l’Ucraina.