
Basta andare a Niznij Novgorod (fino al 1991 nota come Gorki), quattro ore di Lastochka (treno veloce) o mezz’ora di aereo, e visitare il quartier generale dell’Hc Torpedo, squadra a conduzione ‘russo-italiana’ perché allenata da due leggende, Igor Nikolaevic Larionov (già consulente della Nazionale azzurra) e Michail Aleksandrovic Vasiliev (bolzanino d’adozione dopo aver giocato per tanti anni in Italia tra Lombardia e Bolzano). Igor e Misha hanno contribuito a scrivere importanti ed indelebili pagine dello sport mondiale per aver conquistato ori olimpici e mondiali con l’Unione Sovietica. Larionov, componente della mitica linea ‘KLM’, considerata la più forte di tutti i tempi, (Vladimir Krutov-Larionov-Sergei Makarov), sbarcò anche nel campionato professionistico Nordamericano NHL facendo faville.
I giocatori del Torpedo durante il raduno estivo a More Sport, località nel verde a un’ora d’automobile da Nizhny Novgorod dove sorge un attrezzatissimo centro sportivo, mangiano pasta di semola di grano duro fatta appositamente arrivare da Gragnano nei pressi di Napoli. A tavola le pietanze sono condite con aceto balsamico e olio extravergine di oliva che, come recita l’etichetta stampata in esclusiva per l’Hc Torpedo: senza pesticidi e fertilizzanti. Insomma, non solo la popolazione ama mangiare italiano – i ristoranti italiani a Mosca sono particolarmente richiesti – ma anche lo sport russo mangia italiano.
La Russia è fuori dallo sport ufficiale ormai da tanti, troppi, anni. Prima c’era la motivazione del doping di Stato – Stati Uniti, Germania (ex DDR) e la stessa Italia, mai beneficiato e fatto assumere sostanze vietate ai propri atleti? – ora c’è quella della ‘Operazione speciale’ in Ucraina. Sta di fatto che alle Olimpiadi la bandiera Russia e il suo solenne inno nazionale non sventola e non risuona più dall’edizione di Rio de Janeiro 2016. Ed ecco che la delegazione sportiva russa, per poter competere in alcuni sport a livello mondiale, negli ultimi sei anni ha cambiato tre denominazioni, da “Atleti Olimpici della Russia” si è arrivati a “Atleti Individuali Neutrali” a Parigi 2024 passando per “Comitato Olimpico Russo”.
L’esclusione della Russia come Nazione dallo sport a dire il vero è iniziata progressivamente molto prima dall’Ucraina del 24 febbraio 2022. Precisamente nel novembre del 2015 quando l’allora federazione mondiale di atletica leggera, oggi la World Athletics, sospese la Russia dagli eventi internazionali motivando la decisione a seguito dei “troppi casi doping”.
Decisamente molto singolare che la sospensione sia stata decisa dopo solo tre mesi dall’elezione di Sir Sebastian Coe a presidente mondiale. L’ex forte mezzofondista britannico, che si è sempre dimostrato ostile alla Russia, ora ambisce a diventare il successore del tedesco Thomas Bach alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale. Il mondo dello sport su Coe presidente pare, però, essere sempre molto diviso.