
Inevitabili i riferimenti all’attentato di sabato scorso. «Salvo perché avevo Dio dalla mia parte», ha detto il candidato repubblicano rendendo omaggio al vigile del fuoco rimasto ucciso durante il comizio del 13 luglio in Pennsylvania. Per farsi introdurre alla convention, Trump ha scelto come primo testimonial il sostenitore di vecchia data Dana White, della ‘Ultimate fighting championship’, l’organizzazione sportiva di arti marziali. Una scelta precisa, per un leader che si definisce un combattente e che anche dopo l’attentato ha alzato il pugno in aria gridando «Fight, fight, fight» (Combatti, combatti, combatti), some sottolinea Avvenire.
Nel suo intervento, durato oltre un’ora e mezza Trump, ha nominato Joe Biden solo una volta, ma ha promesso di tagliare le tasse, di estendere le trivellazioni petrolifere e di completare il muro al confine con il Messico: «ci sarà la più grande deportazione della storia», ha detto. L’immigrazione cavallo di battaglia elettorale, con accentuazione e insaporire su «miseria, criminalità, povertà, malattie e distruzione nelle comunità». L’ultradestra planetaria. Poi la promessa, il ‘tocco semi divino’.
«Metterò fine a ogni singola crisi internazionale che l’attuale amministrazione ha creato, compresa l’orribile guerra con la Russia e l’Ucraina, che non sarebbe mai accaduta se io fossi stato presidente, e la guerra provocata dall’attacco a Israele, che non sarebbe mai accaduta se ci fossi stato io».