In Turchia risiedono oltre 3,5 milioni di siriani, il numero più alto nella regione. All’inizio delle proteste popolari contro Damasco e il presidente Bashar Assad, nel 2011, questi rifugiati erano stati accolti con favore, ricorda Al Jazeera English. La maggior parte dei siriani in Turchia vive con lo status di ‘protezione temporanea’ e molti di loro hanno ottenuto la cittadinanza turca. Tuttavia, negli ultimi anni, in Turchia il sentimento anti-rifugiati è aumentato soprattutto nei confronti dei siriani, a causa della forte crisi economica, è il bilancio che fa oggi di Dalia Ismail su ‘Pagine Esteri’.
Le proteste xenofobe contro i siriani, hanno preso spazio da quando la popolarità di Erdogan e del suo partito è diminuita. Umit Ozdag, leader del Partito della Vittoria, con posizioni anti-immigrazione, ha accusato il governo di riservare un trattamento ‘privilegiato’ ai rifugiati siriani, ritenendo ciò la causa delle violenze. Al Jazeera segnala che già nel 2021, in Turchia, scoppiarono delle rivolte contro i siriani dopo che un adolescente turco venne ucciso in una rissa con un gruppo di giovani siriani ad Ankara.
Dagli avvenimenti in Turchia, le proteste si sono poi diffuse nelle aree del nord-est della Siria contro la presenza militare turca, con i manifestanti che hanno lanciato pietre, attaccato e incendiato camion che trasportavano merci turche, riferisce Middle East Monitor. Tensioni aumentate quando uomini armati e combattenti islamisti, molti legati al ramo siriano di Al Qaeda noto un tempo come ‘Fronte al Nusra’, hanno attaccato le posizioni delle truppe turche e dei combattenti dell’Esercito Nazionale Siriano filiazione di Ankara. Le forze turche hanno risposto al fuoco, uccidendo quattro persone nella città di Afrin.
Oltre al razzismo contro i siriani in Turchia, le proteste dell’opposizione siriana sono dovute ai recenti tentativi del governo turco di riavvicinamento con Bashar Al-Assad. Questa riconciliazione ha fatto temere a molti nei territori siriani occupati dalla Turchia che «Ankara e le sue forze li abbandoneranno alla brutalità del regime di Al Assad». Questa preoccupazione si estende anche ai siriani in Turchia, inclusi coloro che hanno ottenuto la cittadinanza turca, poiché temono di dover tornare a vivere in Siria.
Un’organizzazione indipendente che sensibilizza e promuove il rispetto dei diritti umani in Siria, ha affermato che la Siria non è sicura per il ritorno dei rifugiati. Erdogan ha detto che 670.000 persone sono già tornate nel nord della Siria e che si prevede il ritorno di un altro milione, ha riportato la Reuters.
La Siria ha dichiarato che la normalizzazione dei rapporti con la Turchia può avvenire solo dopo il ritiro delle truppe turche dal nord-est del paese, una condizione che, però, Ankara considera inaccettabile in quanto intende continuare a combattere la presenza delle milizie curde nell’area. I patrioti e strategici alleati dell’occidente nella guerra sanguinosa contro le formazioni jadiste allora vincenti. Formazioni armate curde poi tradite per la spinta turca e il suo ricatto Nato sull’intera area.