
La più alta partecipazione al voto da trent’anni: 66,63 per cento, la più alta dal 1997, più di 20 punti rispetto alle elezioni legislative del 2022. Le elezioni in cui il Rassemblement National è riuscito a eleggere il numero più alto di deputati mai raggiunto nella sua storia. 143, molti meno rispetto a quelli che si aspettava (dato che i sondaggi avevano fatto pensare che il partito potesse avvicinarsi alla maggioranza assoluta di 289 deputati su 577. Il Rassemblement National è stato il partito che ha preso il maggior numero di voti sia al primo che al secondo turno. La coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, ha fatto eleggere 182 deputati, 74 dei quali fanno parte di LFI, di sinistra radicale, e 59 del Partito Socialista.
A spiegare questo risultato inatteso si citano molto gli accordi presi fra la sinistra e i centristi per far convergere i voti su un candidato unico al secondo turno, ma anche ad alcuni problemi interni al partito della destra post fascista, emersi con forza negli ultimi giorni. I flussi di voto di queste elezioni hanno mostrato, e non sarebbe la prima volta, che gli elettori il cui candidato era stato eliminato al primo turno o si è ritirato in vista del secondo hanno votato per il candidato che sembrava meno lontano dalle proprie idee, rivolgendosi alla parte politica appena contigua alla propria: i francesi sono insomma ‘disposti al cosiddetto ‘voto utile”, almeno al secondo turno, e predisposti, se non appartengono a partiti radicali, a una certa volatili
La fama di partito estremo e radicale è stata costruita negli anni ed è ancora molto diffusa, nonostante i recenti tentativi di ‘istituzionalizzazione’. RN è percepito come partito fortemente politicizzato a destra: e questo vale non solo per elettori ed elettrici, ma anche per le personalità politiche che è riuscito ad attrarre e a candidare. Da quando è alla guida del partito, Bardella ha inventato un processo di ‘normalizzazione’ a dare un’immagine più moderata e rassicurante al Rassemblement National e lasciarsi alle spalle, almeno apparentemente, una pesante eredità razzista e antisemita della sua storia. Questa operazione è stata chiamata ‘dédiabolisation’, dediavolizzazione.
RN è innanzitutto un partito con due leader, quindi con una struttura gerarchica inedita per un grande partito occidentale: Bardella e Marine Le Pen, fino a poco tempo fa unico volto pubblico di RN. In alcune occasioni Bardella si è allontanato da alcune linee del partito, esprimendosi ad esempio contro i prezzi minimi per i prodotti agricoli dopo la protesta degli agricoltori ampiamente sostenuta da RN, costringendo Le Pen a intervenire per chiarire quale fosse la loro posizione ufficiale. Nonostante Le Pen non abbia mai rivolto una critica diretta a Bardella, queste divergenze sono state notate e sottolineate. E non sono state le uniche: durante la campagna elettorale per le legislative diversi altri esponenti del partito hanno fatto dichiarazioni contraddittorie sul programma.
Ce n’erano diversi che avevano legami familiari con importanti dirigenti del partito e ce n’erano molti altri piuttosto controversi: alcuni accusati di antisemitismo, di razzismo, di violenza domestica, o complottisti di vario genere. E decine di candidati senza alcuna esperienza politica, spesso giovani che avrebbero dovuto incarnare il nuovo volto di RN e contribuire ad ampliare la sua base elettorale. Ma quella che i giornali francesi definiscono «generazione Bardella» non ha raggiunto l’obiettivo, sottolinea il Post. Per il sociologo Erwan Lecœur, «Ancora oggi in RN mancano personalità presentabili e affidabili». E i dibattiti tra i due turni, organizzati su giornali e televisioni locali, sono stati l’occasione in cui è emersa l’impreparazione di buona parte dei candidati.
Dylan Lemoine, dell’Ille-et-Vilaine, ha denunciato ad esempio l’aumento dell’insicurezza dei residenti dopo l’apertura di un centro di accoglienza per minori non accompagnati. Il problema è che il centro in questione non era ancora stato aperto. Il video con le sue dichiarazioni è diventato virale, così come molti altri. O un’altra candidata, Cyline Humblot-Cornille, che alla domanda su come RN avrebbe finanziato le proposte presenti nel programma ha risposto, ‘con la lotta all’immigrazione’. Ha fatto parlare di sé anche Paule Veyre de Soras, candidata della Mayenne, che in un’intervista alla rivista LeGlob ha dichiarato di avere «un ebreo come oculista e un musulmano come dentista», per respingere ogni accusa di razzismo. «Dovevamo rassicurare l’elettorato, ma abbiamo avuto candidati estremamente divisivi, a volte anche preoccupanti», hanno dovuto riconoscere dopo la sconfitta.
Subito dopo il risultato delle legislative Bardella si è assunto alcune responsabilità dicendo che «si commettono sempre degli errori, e che lui ‘alcuni’ ne ha fatti. Mi assumo la mia parte di responsabilità sia per la vittoria alle elezioni europee che per la sconfitta alle legislative». Ma finora a pagare il peso di questi errori non è stato lui, bensì il direttore generale del partito: Gilles Pennelle, molto vicino a Philippe Olivier, principale consigliere di Marine Le Pen, che ha presentato le proprie dimissioni. Inizio di una partita interna non facile e non disarmata.