‘Nuova’ estrema destra francese tra xenofobi e nostalgici

Vigilia del voto  Gli ultimi giorni della campagna elettorale francese hanno visto tornare i toni populisti più aggressivi classicamente utilizzati in passato dall’estrema destra, attenuati per presentare Rassemblement National come forza di governo responsabile e pragmatica.

La ‘nuova destra’ di Jordan Bardella

‘Linea Bardella’ più moderata rispetto alle posizioni storiche di Marine Le Pen, non direttamente accostabile ai trascorsi fascisti del Front National. La formazione ha tentato di accreditarsi come un partito di stampo conservatore e nazionalista, escludendo una parte della ‘vecchia guardia’. Ma negli ultimi giorni, animati forse dall’euforia della vittoria o da un sentimento di rivalsa a lungo represso –concede molti militanti dell’estrema destra si sono dedicati ad aggressioni e minacce nei confronti di esponenti dei partiti centristi o di sinistra, di attivisti, giornalisti, avvocati, semplici rifugiati e cittadini di origine araba o africana. Nuova generazione del post fascismo francese, come quella di Fratelli d’Italia, contagiata dagli stessi estremismi ideologici senza neppure la memoria delle tragedie alle spalle.

Nostalgici e xenofobi

Buona parte del programma del partito è incentrata sul contrasto all’immigrazione e agli immigrati, a partire dalla proposta di abolire lo ‘ius soli’, o di escludere dalle cariche pubbliche più importanti i cittadini che hanno la doppia cittadinanza. Il Rassemblement National vuole anche limitare i permessi di soggiorno e i ricongiungimenti familiari, escludere dalla sanità pubblica gli stranieri e concedere una ‘priorità nazionale’ ai cittadini francesi su aiuti e sovvenzioni. Razzisti e non troppo nascostamente antisemiti, col trucco di un sostegno incondizionato a Israele, con Netanyahu politicamente molto vicino, e contro le mobilitazioni filo-palestinesi di sinistra e di alcune espressioni religiose o culturali delle comunità islamiche.

Ma il nazismo sottopelle esce sempre

Eppure, subito dopo il primo turno Ludivine Daoudi, candidata del Rassemblement National nel collegio di Calvados, in Normandia, si è dovuta ritirare dopo che sui social è stata diffusa una foto con cappello e svastica della Luftwaffe. È rimasta invece in corsa, in testa in un collegio dei Pirenei Atlantici, Monique Becker, nota propagandista dell’OAS, l’organizzazione nazional-fascista che ha praticato il terrorismo contro la resistenza algerina e contro le organizzazioni democratiche e antifasciste in Francia, e contro Charles De Gaulle. Solo i casi più eclatanti che smentiscono l’immagine di un partito ripulito dalla cultura razzista del Front National, fondato nel 1972 da molti reduci dell’OAS o collaborazionisti dell’era Petain prendendo a modello il Movimento Sociale Italiano.

Neoliberismo selvaggio di Macron

Perché milioni di francesi che si sono sempre tenuti alla larga dagli estremisti di destra e dai nostalgici di Vichy hanno votato Rassemblement National? Domanda chiave di Marco Santopadre. «La rabbia sociale e la preoccupazione generata trasversalmente dalle politiche autoritarie e neoliberiste di Macron hanno fatto saltare lo storico argine ideologico eretto nei confronti della destra più radicale». Infatti il Rn ha vinto soprattutto nei sobborghi delle grandi città e nei territori deindustrializzati ed economicamente depressi del nord (molti dei quali, in passato, sono stati a lungo bastioni del Partito Comunista) oltre che nei distretti rurali e nei piccoli centri.

Nuovi strati sociali a destra

Se prima quello al Front e poi al Rassemblement National era soprattutto un voto di protesta di alcuni settori della società francese, che si sommava al voto ideologico degli ambienti più reazionari, alle ultime elezioni Bardella ha conquistato nuovi settori sociali. La classe media e la piccola borghesia, ad esempio, preoccupate dall’erosione del proprio potere d’acquisto e del proprio status, causata dai tagli ai servizi e al welfare, hanno in parte voltato le spalle ai centristi di Attal e Macron. Anzi, per molti elettori ‘traditi’, il voto al Rn è la via più breve per togliere di mezzo il presidente e le sue politiche

Secondo un rapporto pubblicato il 27 giugno dalla «Commission nationale des droits de l’homme» di Parigi, 9 elettori dell’estrema destra su 10 temono la ‘sostituzione etnica’ o comunque una ‘diluizione’ dell’identità francese. Il 54% degli elettori del Rn (e il 26% dei Républicains neogollisti) ammette di essere ‘molto’ o ‘un po’ razzista e il 21% crede che ‘alcune razze’ siano superiori ad altre.

 

 

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