
Tutto è cominciato dalle banche e tutto è finito con le banche, tornate in attivo dopo una lunga notte di sofferenze. Dopo essere state salvate dalla bancarotta con un’iniezione di 50 miliardi di euro ed essere state in parte nazionalizzate, dopo che il paese era uscito nel 2022 dalla sorveglianza fiscale Ue, in vigore da 12 anni, il 28 marzo scorso la BCE ha dato il via libera ai pagamenti di dividendi delle banche greche. Un ritorno alla normalità facilitato dal fatto che nel settembre 2023 la Grecia è tornata a un livello ‘investment grade’, investimenti sicuri per S&P Global Ratings e il 4 dicembre 2023 per Fitch. Le banche greche hanno lavorato duramente per ridurre l’enorme quantità di crediti in sofferenza, eredità di una crisi finanziaria decennale che ha ridotto l’economia del 25%. I costi sociali, esorbitanti, non fanno parte del rapporto.
Il margine di interesse netto, il guadagno pieno delle banche -sempre fonte Reuters- è stato di 2,17 miliardi di euro lo scorso anno, un aumento del 47%, sulla scia degli alti tassi di interesse nella zona euro e di un’economia greca in ripresa. Il Pil greco nel primo trimestre 2024 è cresciuto dello 0,7%, trimestre su trimestre, e del 2,10% anno su anno. Non male per l’ex malato d’Europa che l’ex ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, voleva cacciare dall’euro come monito per l’altra ‘cicala mediterranea’, l’Italia.
Aggiustato dei conti pubblici con taglio delle pensioni, azzeramento della contrattazione collettiva, svalutazione salariale che ha imposto immensi sacrifici. La disoccupazione a dicembre 2015 era al 24,6% con quella giovanile al 49,7%: lo scorso aprile era solo al 10,9 per cento. Risvolto gravemente negativo rispetto a risultati economici sorprendenti: dall’inizio della maggiore crisi economica di Atene dal dopo guerra, circa 500mila greci, soprattutto giovani laureati su una popolazione complessiva di appena 10 milioni, hanno fatto le valigie e sono emigrati all’estero provocando una terribile fuga di cervelli: molti si sono diretti in Germania, altri in Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti.
La deregulation salariale ha picchiato duro, ed insiste. Il Parlamento ha appena varato, su proposta del governo conservatore Mitsotakis, la «settimana lunga» passata da 5 a sei giorni e da 40 a 48 ore settimanali. Aumento che potrà essere chiesto senza possibilità di rifiutare dall’imprenditore se la sua attività necessita di una copertura di 12 o 24 ore su 24. Il sesto giorno sarà retribuito con una maggiorazione del 40%.
L’esecutivo conservatore continua a spingere sulla deregolamentazione contrattuale per far correre l’economia che quest’anno crescerà del 2,2% annuo. Il resto del lavoro di aggiustamento lo ha fatto il boom del turismo, che contribuisce al 20% del PIL. L’altro polmone di crescita è stato l’aumento dei noli della flotta mercantile, una delle maggiori al mondo.
Eurobank Holdings, maggior istituto di credito greco, il 7 marzo ha registrato un utile operativo 2023 per un’attività in crescita a Cipro e in Bulgaria. Da 1,47 miliardi di euro 2023, a 1,6 miliardi nel 2026, ha reso noto la banca che si sta espandendo a Cipro dove ha aumentato la sua quota nella Hellenic Bank al 55,3% e dove potrebbe tentare l’acquisizione totale della banca cipriota. Impensabile fino a pochi mesi fa.
Atene verso il suo primo ‘fondo sovrano’ per vendere beni statali che non erano stati toccati durante la grave crisi 2010-2018. Il fondo, con un capitale iniziale di 300 milioni di euro (pochi per la verità), investirà i proventi di vendite di beni statali in progetti verdi, infrastrutture e nuove tecnologie, ha detto il ministro delle Finanze Kostis Hatzidakis in una conferenza stampa, svelando il piano.
L’agenzia greca per la privatizzazione HRADF e il suo fondo di salvataggio bancario HFSF saranno assorbiti dalla ‘Società ellenica di attività e partecipazioni’ (HCAP), che gestisce un portafoglio di servizi statali. I fondi hanno raccolto più di 10 miliardi di euro dalla vendita di beni statali e partecipazioni bancarie per ridurre il debito greco durante la crisi del 2010-2018.
L’HFSF, che ha già privatizzato tre istituti di credito greci, prevede di vendere la restante quota del 18% nella Banca Nazionale e una quota del 72,5% nella banca Attica entro la fine dell’anno, ha chiarito il Ministro. Grecia super privatizzata, banche tornate floride, prezzo sociale pagato e ancora in corso, altissimo.