La Corte Suprema israeliana ha stabilito che l’esercito deve arruolare gli uomini ebrei ultraortodossi. In Israele il servizio di leva è obbligatorio e dura 32 mesi per gli uomini e 24 per le donne, ma gli ebrei ultraortodossi sono da sempre esentati, Una questione molto discussa, diventata dirompente con l’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, con l’esercito che ha richiamato circa 300 mila riservisti, uomini e donne che facevano mestieri civili costretti a rientrare nelle forze armate, e che in molti casi hanno affiancato i soldati professionisti nelle operazioni di guerra.
L’esenzione degli ultraortodossi non si basa su una legge dello stato, ma dipende da una serie di provvedimenti amministrativi che vengono rinnovati periodicamente dal governo. Ormai da quasi 20 anni segnato dal va e ritorna di Netanyahu da sempre con i voti della destra religiosa. Ora la Corte ha stabilito che, in assenza di un ‘quadro legale’ che definisca ragioni e modi per distinguere fra gli studenti delle scuole ultraortodosse e il resto dei cittadini, il governo non ha l’autorità di esentare solo i primi dal servizio militare.
Lapidario il presidente ad interim della Corte, Uzi Vogelman: «nel mezzo di una guerra logorante, il peso della disuguaglianza è più duro che mai ed esige una soluzione», segnala il Post.
In passato la Corte suprema si è espressa molte volte contro l’esenzione. L’ultima a fine marzo, quando stabilì che l’esenzione dal servizio di leva non poteva basarsi su dei provvedimenti amministrativi rinnovati di anno in anno, e chiese al governo di Netanyahu di approvare una legge vera e propria. Governo avvertito ma latitante. Netanyahu non è riuscito a trovare un accordo, per la contrarietà di alcuni partiti che lo sostengono, e con due opposte problematiche.
Da un lato le componenti ultraortodosse e reazionarie del governo, dall’altro la destra laica e nazionalista come il Likud, il partito di Netanyahu, esitante a far approvare una legge di privilegio profondamente impopolare.
Sempre a fine marzo la Corte bloccò i finanziamenti pubblici alle scuole religiose degli ebrei ultraortodossi. Le scuole coinvolte sono chiamate ‘yeshivot’ e sono indipendenti dal ministero dell’Istruzione israeliano. A loro il governo di Netanyahu ha sempre concesso molti privilegi, proprio per assecondare i partiti ultraortodossi che lo sostengono: per esempio, molte scuole insegnano solo materie religiose, cioè che riguardano l’apprendimento di testi e argomenti sacri, e non altre ritenute essenziali dal resto del Paese come matematica, scienze e inglese.
Giovedì, la Corte ha ordinato di bloccare temporaneamente i fondi governativi agli studenti ebrei ultraortodossi che non fanno il servizio militare. L’esenzione dal servizio militare per gli studenti ultraortodossi prevede che questi non facciano altri mestieri e si dedichino esclusivamente allo studio dei testi sacri ebraici, e per questo ricevono uno stipendio dallo stato. Nel complesso, lo stato israeliano spende circa 400 milioni di dollari all’anno per finanziare le ‘yeshiva’, cioè le scuole religiose, e gli stipendi pubblici agli studenti ammontano a circa un terzo dei fondi.
L’esenzione militare per gli ebrei ultraortodossi nacque assieme allo stato di Israele: nel 1948 David Ben Gurion, il primo ‘primo ministro’ di Israele e padre della patria, accordò a un piccolo numero di uomini ultraortodossi la possibilità di evitare il servizio militare finché questi continuavano il loro studio dei testi sacri ebraici. L’accordo in ebraico «Torato Umanuto, ‘lo studio della Torah è il suo lavoro’». Ma al tempo, gli ultraortodossi erano una minoranza e l’esenzione concessa da Ben Gurion era considerata irrilevante: all’inizio ne godevano appena 400 uomini. vent’anni dopo, gli uomini che godevano del ‘Torato Umanuto’ erano 800.
Ma negli ultimi decenni la comunità ultraortodossa si è espansa enormemente, fino ad arrivare al 13 per cento della popolazione di Israele, più di 1 milioni e 200mila persone. Gli ultraortodossi in età militare che sono registrati come studiosi della Torah ed esentati dal servizio sono 66 mila, ma gli stessi rabbini che gestiscono le ‘yeshiva’ ammettono privatamente che non tutti gli uomini esentati dal servizio militare trascorrono il loro tempo nello studio dei testi sacri. Il ‘Torato Umanuto’ vale anche le donne ultraortodosse che, dichiarata la loro religiosità’ sono a loro volta esentate dal servizio militare.
In tutto questo, inserire gli ultraortodossi nelle forze armate non avrebbe un grosso impatto militare. Gli uomini delle comunità ultraortodosse più rigide vivono spesso in contesti isolati e segregati, in cui studiano esclusivamente i testi sacri a partire dall’età di 13 anni.
Il loro arruolamento in massa creerebbe anche alcuni problemi logistici, perché molti ultraortodossi vivono separati dalle donne che non fanno parte della loro famiglia: già adesso per gli ultraortodossi che si arruolano come volontari l’esercito deve fornire caserme senza donne e la garanzia che non avranno a che fare con dottoresse.