Nato: da Stoltenberg-Stranamore a Rutte l’olandese, sperando in bene

L’olandese Mark Rutte dovrebbe diventare il prossimo segretario generale della NATO. Indicazione europea, ‘incoronazione’ Usa. Il primo ministro uscente dei Paesi Bassi ha ottenuto il sostegno dell’ultimo paese che mancava, la Romania, e potrà entrare in carica ad ottobre dopo troppe proroghe al molto discusso norvegese Stoltenberg.

Fine dell’ultra prorogato Stoltenberg

Il primo ministro uscente dei Paesi Bassi, Mark Rutte, dovrebbe diventare il prossimo segretario generale dell’alleanza militare che include buona parte dei paesi occidentali. Il segretario viene indicato all’unanimità tra i 32 paesi della NATO e giovedì Rutte ha ottenuto il sostegno della Romania, che era l’ultimo stato a non aver ancora appoggiato la sua candidatura. Rutte dovrebbe entrare in carica a ottobre, quando scadrà il mandato dell’attuale segretario Jens Stoltenberg che era iniziato nel 2014 ed era già stato prorogato quattro volte, l’ultima un anno fa.

Ambizioni e diffidenze

La Romania rappresentava l’ultimo ostacolo per Rutte, che si era proposto alla carica già a novembre dell’anno scorso, perché il presidente Klaus Iohannis ambiva a sua volta alla guida della NATO. Ma giovedì, Iohannis ha ritirato la propria candidatura e Rutte ha ottenuto l’ultimo parere favorevole di cui aveva bisogno. Martedì aveva ricevuto il sostegno di Ungheria e Slovacchia: un passaggio non scontato perché entrambi i paesi sono governati da partiti sovranisti con posizioni filorusse e critiche nei confronti della NATO.

Nato più ‘morbida’ sul fronte ucraino?

Per convincere questi due governi a sostenerlo, Rutte aveva fatto certo concessioni, soprattutto all’Ungheria. Il primo ministro ungherese Orbán che era stato l’unico ad appoggiare la candidatura di Iohannis, presentata a marzo, martedì ha incontrato Rutte a Bruxelles ottenendo garanzie. Mai soldati ungheresi in attività della NATO in Ucraina, e a queste, eventuali, non saranno destinati fondi ungheresi. Sono impegni che il primo ministro ungherese potrà rivendicare con l’opinione pubblica del suo Paese. Nel caso della Slovacchia, il sostegno a Rutte è legato alla richiesta del presidente Pellegrini sulla protezione dello spazio aereo slovacco.

‘Incoronazione’ Usa

Il prossimo segretario generale, carica che prevede un mandato quadriennale, verrà nominato ufficialmente nel prossimo vertice NATO a Washington, dal 9 all’11 luglio. La conferma del sostegno dei 32 stati membri dell’alleanza potrebbe avvenire nei giorni precedenti con una riunione degli ambasciatori. Rutte era rimasto in carica come primo ministro in assenza di accordo politico sul nuovo governo dopo le elezioni di novembre. A metà maggio si è infine formata una coalizione tra populisti e centrodestra, col prossimo primo ministro, Dick Schoof, che entrerà ufficialmente in carica il 2 luglio.

Il falco con l’ossessione dell’Italia

Nei suoi 14 anni da primo ministro, è stato fatto notare, i Paesi Bassi non hanno mai raggiunto l’obiettivo – fissato dalla NATO per gli stati membri e su cui Stoltenberg aveva molto insistito – di destinare alle spese militari il 2 per cento del PIL. Salvo mostrarsi un falco anti-italiano ossessionato con la censura di bilancio verso l’Italia e il rigore contabile. L’austerità un cavallo di battaglia –-su quella Nato-, arrivando a un passo dallo spaccare l’Europa in nome del rifiuto di ogni tipo di solidarietà.

Le 5 sfide che lo/ci attendono

Jens Stoltenberg lascerà il suo incarico il primo ottobre prossimo e il premier uscente olandese si troverà a guidare la Nato in un momento cruciale dall’Alleanza, con la guerra in Ucraina in grave crisi politico-militare, ormai in corso da oltre due anni e mezzo.  Ma soprattutto, quattro settimane dopo l’insediamento, l’America andrà al voto e potrà rieleggere alla Casa Bianca Donald Trump, fortemente critico nei confronti dell’Alleanza e che in campagna elettorale Trump minaccia di tagliare gli aiuti Usa all’Ucraina, se tornerà alla Casa Bianca.

Trump-Zelensky

Il ritorno di Trump cancellerebbe la controversa ipotesi di una futura adesione dell’Ucraina all’Alleanza anche alla luce dei recenti attacchi di Trump a Volodymyr Zelensky, che l’ex presidente ha descritto come «il più grande venditore mai esistito che torna dai vertici internazionali sempre con promesse di nuovi fondi». Come appare remota la possibilità che una nuova amministrazione Trump confermi l’accordo di sicurezza firmato da Biden con il presidente ucraino.

Nuova offensiva d’inverno in Ucraina

Subito dopo l’insediamento di Rutte, l’Ucraina con ogni probabilità di rivolgerà a lui per chiedere aiuti con l’avvicinarsi dell’inverno, quando – si prevede – la Russia continuerà la strategia già adottata di attacchi alle centrali elettriche e dighe, già usata durante il primo inverno di guerra. Secondo il segretario generale uscente Stoltenberg, è cruciale mobilitare più difese aeree in favore di Kiev per proteggere la rete energetica e i suoi dipendenti. Gli alleati stanno discutendo di questo invio, ma gli europei non hanno molti sistemi da inviare e l’amministrazione Biden deve fare i conti con i ritardi del Congresso.

Convincere alleati in crisi a versare altri soldi

La Nato questa settimana ha raggiunto un numero record di alleati che hanno centrato l’obiettivo del 2% del Pil destinato alle spese militari, in tutto 23. Ma rimane ancora un terzo degli alleati, compresa l’Italia, che nel 2024 ancora non rispetta l’impegno assunto 10 anni fa. «Il record negativo dei nostri amici mediterranei è l’arma perfetta per Trump» ha detto recentemente un diplomatico baltico parlando dei Paesi del Sud dell’Europa. Arma o non arma, quei soldi -almeno in Italia-, non ci sono.

Le lamentele del ‘fianco Est’

I Paesi confinanti con la Russia non sono stati dei grandi fan di Rutte, ricordando la bassa spesa militare dell’Olanda e lamentandosi del fatto che l’incarico top della Nato va sempre ad un leader dell’Europa occidentale o settentrionale. I Paesi dell’Europa orientale ora chiederanno maggiore rappresentazione negli incarichi, a cominciare da quello di vice segretario generale. Considerato che il primo compito di Rutte sarà quello di nominare un suo vice, vi saranno quindi pressioni affinché scelga qualcuno del ‘fianco est’.

I leader europei che amano Putin

Rutte si troverà a non dover convincere solo Trump, in caso di suo ritorno alla Casa Bianca, della necessità di mantenere la Nato viva, attiva ed impegnata a difendere Kiev. In Europa, sono in crescita partiti, in maggioranza di estrema destra, che sono su posizioni filorusse e scettiche nei confronti dell’Alleanza.

E alle prossime elezioni legislative in Francia potrebbe vincere l’estrema destra di Rn di Marine Le Pen. Una situazione che Rutte conosce bene e in prima persona, dal momento che ha iniziato a considerare l’incarico alla Nato quando è apparso evidente che il suo partito di centro destra, avrebbe perso alle elezioni vinte dal Partito di estrema destra di Geert Wilders.

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