Un calice di ‘Bruno del Vespa’ da Mosca a farci diventare astemi

Da oggi un brindisi con Marco Marangoni, nuova firma di Remocontro da Mosca, a raccontarci la Russia sociale sepolta sotto le ‘sanzioni giornalistiche obbedienti’ del ‘tutto Cattivo Putin’. Noi Putin non lo amiamo, ma la Madre Russia, la sua storia e la sua cultura, sì. E brindiamo al nuovo arrivo con un calice di ‘Bruno del Vespa’ che a nessuno di noi piace, il padrone del marchio, ma che riteniamo modello della nuova leadership della destra italiana nel mondo. Molto simile alle magliette col ritratto di Putin indossate da Salvini sulla piazza che fu Rossa non solo di nome.

Il vino e tanto altro dalla Russia ‘nascosta’

Nella Russia ufficialmente sanzionata dall’Unione Europea – sugli scaffali dei supermercati, anche di periferia, i prodotti ‘made in Italy’ sono a centinaia. E il vino italiano non manca mai. Ufficialmente, ad essere sanzionati, sono solo i vini con un costo superiore ai 300 euro. Leggendo i menù dei ristoranti, più o meno di lusso, i vini italiani, ancor di più di quelli francesi, sono suddivisi per singola regione di provenienza. E il consumo del vino italiano in Russia è in continua crescita, +16% nel 2022, +3,1% nel primo trimestre del 2024. Ai russi piace l’Italia nella sua globalità: paesaggi, moda, e soprattutto gastronomia. Politica non pervenuta.

Da Polezhayevskaya con una’ maršrutka’

Il vino italiano lo si trova anche nei locali poco fuori dall’affascinante museo-perenne che è il centro di Mosca dove la vita scorrere normalmente: il costo di benzina o diesel oscilla tra i 60 e i 70 centesimi di euro a litro ed un viaggio sulla efficiente e più bella metropolitana del mondo costa poco più di 60 centesimi. Dalla stazione della metro Polezhayevskaya basta prendere una maršrutka – un taxi collettivo, in Russia fondamentale mezzo di trasporto per raggiungere destinazioni davvero sperdute – con destinazione Serebryany Bor. Si tratta di uno dei tanti polmoni verdi della città sulle rive della Moscova tra la zona sportiva di Krylatskoe e quello che resta della Crocus City Hall, la mega sala concerti distrutta dall’incendio dell’attentato terroristico del 22 marzo.

Club-ristorante Pomest’ye-Park

L’accesso, ad eccezione di pochissimi autorizzati, è consentito solo a piedi o con il popolarissimo ‘samakat’, il monopattino. La zona è in fase di ristrutturazione ma il club-ristorante Pomest’ye-Park a pochi passi dalla spiaggia nr.2, è operativo, e per la veranda, la sera nei fine settimana, è necessaria la prenotazione. Un luogo molto accogliente, perfetto per matrimoni e servizi fotografici. I menù, quello delle bevande e delle pietanze, all’arrivo dei clienti sono già sul tavolo.  I piatti sono quelli tipici, dalla ‘salat Olive’, la popolare insalata russa (che non è la nostra, che loro chiamano ‘insalata italiana’), ai deliziosi ‘syrniki’, i pancake con all’interno ricotta e uva passa, passando per l’okroška, una zuppa fredda ideale nei mesi estivi.

Anche il vino ‘del Vespa’ costa caro

Il 70% dei vini rossi che vengono offerti sono italiani. E in particolare colpisce la presenza sulla lista de ‘Il Bruno del Vespa’ che uno credeva solo televisivo, e già bastava. Non ci sono dubbi che «Il Bruno del Vespa» è salentino doc, ‘battezzato’ tra le viti di Manduria. Con qualche contraddizione politica, ma gli affari sono affari, e su questo Vespa è molto attento. Dallo scoppio della ‘operazione militare speciale’ in Ucraina, l’onnipresente ha ospitato più volte il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, due volte in collegamento video, e andando persino a riverirlo a Kiev.

Anche Mosca se conviene

Risale al gennaio del 2016 il grande amore, quando a Mosca Vespa di inventò «Dalla Russia con Al Bano», un viaggio nella capitale russa assieme al cantante Carrisi, pugliese e produttore di vino prima di lui, molto popolare nella Grande Madre Russia. Al Bano canta e Vespa te le conta. E prova a ubriacarti.

Una bottiglia de ‘Il Bruno del Vespa’ viene venduta a 4500 rubli, circa 48 euro al cambio attuale e si trova facilmente anche sui siti online russi specializzati che offrono anche le annate precedenti. L’annata 2022 viene venduta a circa 2800 rubli (circa 30 euro). Per consolarci sulla qualità garantita dei vini italiani, sulla carta dei vini i più costosi, l’Amarone della Valpolicella’, a 15.100 rubli (167 euro circa), e il toscano ‘Guidalberto, Tenuta San Guido’ da 21.490 rubli, a 238 euro circa. Cin cin.

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