Stoltenberg-Stranamore vuole aprire gli arsenali atomici Nato

Jens Stoltenberg come il Dottor Stranamore. Ma questo non è un film. Il Segretario generale della Nato, il capo -forse sarebbe meglio dire il ‘portavoce’ dell’Alleanza atlantica-, ieri ha dato la notizia che la Nato si prepara a tirare fuori dai bunker di stoccaggio le sue armi nucleari, «per inviare un messaggio ai suoi nemici».
Parole gravissime, perché significano soltanto un aumento esponenziale della tensione e del rischio di apocalittici incidenti con la Russia.

Stoltenberg da legare

In un’intervista esclusiva, concessa al britannico Daily Telegraph, Stoltenberg si spinge in una terra incognita, finora solo sfiorata nel corso delle schermaglie diplomatiche con Mosca. «Non entrerò nei dettagli operativi – ha dichiarato minaccioso – su quante testate nucleari dovrebbero essere operative e quali dovrebbero restare immagazzinate. Ma dobbiamo consultarci su tali temi. Questo è esattamente ciò che stiamo facendo». È chiaro che qui non si sta parlando di armi atomiche ‘strategiche’, cioè di quelle intercontinentali capaci di vaporizzare intere città. No, il riferimento (non meno terrificante) è agli ordigni ‘di teatro’. Cioè, a quelli da sganciare sul campo di battaglia, o destinati a colpire infrastrutture di rifornimento e reti di trasporto.

L’Europa campo di battaglia

Qualora non ci fossimo capiti, è proprio l’Europa a rischiare, in prima linea, un coinvolgimento di questo tipo. Il messaggio della Nato –  riporta il Telegraph – vuole essere quello «di preparare tutti noi a un mondo più pericoloso». Un mondo, insomma, dove potrebbe anche essere scatenata una guerra atomica. Se non siamo alla follia, poco ci manca.

Come siamo arrivati a questo punto?

Per anni è passato un messaggio semplicistico, per non dire ‘truccato’ da una certa propaganda farlocca. E cioè, che si potesse sconfiggere la Russia in una guerra convenzionale. Dimenticando che Putin ha un arsenale di oltre 5 mila testate atomiche e che la ‘dottrina strategica’ di Mosca è stata rivista. Ora, questi piani prevedono l’impiego di atomiche ‘di teatro’, anche con una soglia di rischio convenzionale più bassa. Per capirci: se Putin dovesse essere messo spalle al muro dall’Occidente, ha già detto che sgancerà ‘la Bomba’. Nel senso che potrebbe ricorrere all’impiego di armi nucleari devastanti, ma a corto raggio. Bluffa? Non lo sappiamo.

Diplomazia da poker

Il problema è che, quando la diplomazia diventa una partita di poker, tutto può succedere. Solo che, andare ‘a vedere’ il rilancio dell’avversario, al tavolo, ti costa solo denaro. Nel caso della mortale partita geopolitica in corso con la Russia, invece, la posta sta diventando un’apocalisse inimmaginabile.

Nato del «Pensiero unico occidentale»

Nel corso dell’intervista, Stoltenberg, per mettere le cose in chiaro, ha anche lodato la decisione dei Paesi Bassi, di dotarsi di aerei capaci di sganciare atomiche di fabbricazione statunitense. Naturalmente, non poteva mancare un riferimento specifico alla Cina e alla sua corsa al riarmo. Il Segretario della Nato ha manifestato ‘preoccupazione’, ricordando che il colosso asiatico entro il 2030 potrebbe avere nel suo arsenale un migliaio di testate nucleari. Una preoccupazione che Stoltenberg ha esteso anche alla Corea del Nord. Confessando così, in modo esplicito, che l’Alleanza, da ‘atlantica’ è diventata qualcosa di geopoliticamente diverso. Una sorta di braccio armato del «pensiero unico occidentale», che non si pone più limiti geografici, ma che si inserisce (o, se volete, ‘interferisce’) in tutte le aree di crisi. Cioè, qualcosa di radicalmente diverso, rispetto alla natura e agli scopi con i quali l’organizzazione di difesa è stata fondata.

Il complesso militare industriale

E i messaggi, che arrivano in continuazione dai vertici politici e militari, non sono certo incoraggianti. Recentemente, lo stesso ‘Telegraph’ ha intervistato anche il vicesegretario dell’Alleanza, Mircea Geoana, che ha ripetuto, come in un mantra, il fatto «che bisognerà spendere molto di più per la difesa», e che la soglia del 2% del Pil da investire in armi e soldati, «è solo da considerare una base di partenza».

‘Nemici del potere americano’

L’effetto principale e immediato, dunque, delle attuali tensioni internazionali e della sistematica rinuncia a un più convinto approccio diplomatico, sembra essere quello di alimentare la crescita il complesso militare-industriale. E perché tutti capiscano, per che cosa si lotta (e si spende), il vicesegretario Nato chiarisce, corto e netto: «La realtà strategica è che la Cina è uno sfidante formidabile. E che la Russia, la Cina e tutti gli altri insieme daranno vita a massicci tentativi di distruggere il potere americano». E che noi, è sottinteso, dobbiamo seguire acriticamente il nostro ‘big brother’ in ogni circostanza. Anche quando sbaglia.

Minaccia Trump sulla Nato

E sia Stoltenberg che il suo vice, spiega il Daily Telegraph, nel caso dei rapporti tra Europa e Stati Uniti, manifestano perplessità anche per il possibile arrivo di Trump alla Casa Bianca. Temono che modifichi (in peggio) il potere contrattuale della Nato, per colpa della sua strategia notoriamente isolazionistica. Per questo, il giornale inglese scrive che la sparata di Stoltenberg può essere anche letta nell’ottica di preparare il terreno a grossi cambiamenti. Prima di tutto finanziari. Se Trump si dovesse rifiutare di continuare a pagare miliardi di dollari per l’Ucraina, ci dovrà pensare la Nato, in prima persona. Suddividendo la spesa aggiuntiva tra i vari ‘soci’. E il 2% di incremento del Pil non basterà più.

Guerra atomica, non un solo folle Stranamore

Ma, tornando alla possibile guerra atomica, Stoltenberg non la esclude. Infatti, aggiunge il Telegraph, «gli alleati europei condividono il peso della responsabilità, immagazzinando armi sul loro territorio e investendo nei sistemi per lanciare». Anche noi italiani, svela il folle. Gli Stati Uniti hanno 1700 testate atomiche ‘operative’ su 3700. Molte di queste sono schierate in Europa, pronte a essere usate, probabilmente in un possibile ‘fronte centrale’.

Stoltenberg ha concluso dicendo che «gli americani stanno modernizzando le loro bombe a gravità per le testate nucleari che hanno in Europa, mentre gli alleati europei stanno modernizzando gli aerei, destinati alle missioni nucleari della Nato». La formula perfetta dell’Apocalisse.

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