L’Italia acquista da Israele missili utilizzati con tragica efficacia a Gaza

Ogni guerra ha il suo rovescio di mercato, tra vite umane spezzate e armi usate a farlo ed esibite. Anche per i parlamentari italiani che forse, senza neppure essersene resi contro (e non è minor colpa), e ministro distratto o molto cinico, hanno deciso di premiare il macello israeliano di Gaza così efficacemente e tragicamente collaudato.
In tempi record il Parlamento italiano approva l’acquisto di centinaia dei missili anti-carro attualmente impiegati dalle forze armate israeliane negli attacchi contro la popolazione palestinese di Gaza, denuncia Pagine Esteri. E i resoconti parlamentari confermano.

L’Italia acquista da Israele i missili anti-carro utilizzati a Gaza

Il 28 maggio 2024 la Commissione Difesa della Camera, «in una seduta durata appena cinque minuti» –  sottolinea Antonio Mazzeo – «ha dato parere positivo al decreto del ministro Crosetto sull’acquisto per il nostro esercito, dei sistemi controcarro di 3^ generazione ‘Spike’ con munizionamento e supporti addestrativi e logistici» da una delle maggiori aziende del comparto militare-industriale di Israele, la Rafael Advanced Defense Systems Ltd. Sette giorni prima (21 maggio) era stata la Commissione del Senato a dare l’ok al decreto ministeriale. E l’affare era fatto.

Gurdando all’Ucraina si compra in Israele

890 missili ‘Spike Long Range 2’. Qualcosa di micidiale, te lo pubblicizzano, contro ogni veicolo o struttura corazzata o protetti da sistemi antimissile di ultima generazione. Come il ‘lava più bianco del bianco’, ‘Spike’ può essere impiegato anche se piove o tira vento, sia di giorno che di notte, in una ‘guerra normale’, o anche contaminata NBC (nucleare, batteriologico e chimico) senza risentire di ‘disturbi elettromagnetici’. Solo 13 chili di peso, 5 chilometri e mezzo dal bersaglio o 10 se lo tiri da un elicottero. Alta capacità di perforazione dell’acciaio e del cemento armato e sui bersagli con sensori di ricerca ultra-sofisticati e all’impiego dell’intelligenza artificiale. Il ‘bugiardino’ di supposte per il futuro del mondo.

Acquisto a lungo meditato

Acquisto dei ‘Long Rangeì’ «tramite procedura negoziata senza avviso di bando di gara presso la Rafael Advanced Defense Systems Ltd», deciso nel luglio 2023 e arrivato in parlamento quasi un anno dopo. La richiesta di parere è stata trasmessa alle Camere il 23 aprile 2024, in piena escalation dei bombardamenti israeliani contro Gaza e il sud del Libano. In meno di un mese sono arrivati, uno dopo l’altro, i pareri favorevoli delle Commissioni Bilancio e Tesoro e di quelle della Difesa. La ragione chiave dei 5 minuti impiegati per decidere, e che già di quei missili per precedenti centinaia di milioni, armavano molti reggimenti della nostra fanteria e marina (Gruppo Operativo Incursori e le nuove unità navali polifunzionali). Voto finale in parlamento, uno solo contro.

Storici affari di armamenti Italia-Israele

Probabilmente quella di ‘Pagine Esteri’ è una sottolineatura molto forte legata alla tragedia in corso, ma i dati riferiti sono tutti reali, al dettaglio. Compreso il trasferimento alle forze armate di Tel Aviv di armi e munizioni prodotte in Italia, con qualche forte dubbio di legalità sulla armi a Paesi in guerra. Duccio Facchini di Altreconomia ha documentato l’export bellico a Israele dopo lo scoppio del conflitto del 7 ottobre 2023 per un valore di 2,1 milioni di euro nell’ultimo trimestre dell’anno (233.025 euro ad ottobre, 584.511 euro a novembre, 1,3 milioni a dicembre, secondo i dati Istat).

Complessivamente, nel 2023 l’Italia ha esportato ‘armi e munizioni’ verso Israele per 13milioni e 700mila. 200mila in meno dell’anno precedente. Ma in entrambi gli anni le importazioni hanno superato le esportazioni. Neppure se fossa l’Italia ad essere in guerra. Salvo velleità o pessime ed occulte intenzioni.

 

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