Mercoledì l’esercito israeliano aveva ha annunciato una nuova operazione aerea a terrestre. Che a saperlo prima non hai nessuna possibilità di difenderti. Giornalisti locali hanno riferito alla Bbc che un caccia ha lanciato due missili contro le aule all’ultimo piano dell’edificio. L’ospedale dei martiri di ‘Al-Aqsa’ di Deir al Balah, praticamente l’ultimo rimasto, ha fatto sapere di aver ricevuto i corpi di 37 persone uccise nel raid. «Massacro orribile», l’ultima strage in ordine di tempo tra i palestinesi che cercavano di trovare rifugio mentre Israele espande le sue offensive nella Striscia.
Tra le vittime ci sarebbero 9 donne e 14 bambini, riporta Associated Press. Testimoni e funzionari ospedalieri hanno affermato che la scuola era piena di palestinesi fuggiti dalle offensive israeliane e dai bombardamenti nel nord della Striscia. Ayman Rashed, sfollato da Gaza City che si trovava nella scuola, ha raccontato che i missili hanno colpito le aule del secondo e terzo piano dove si stavano rifugiando le famiglie. Ha detto di aver aiutato a portare fuori dalla struttura cinque morti, tra cui un vecchio e due bambini, uno con la testa spaccata. «Era buio, senza elettricità, e abbiamo lottato per far uscire le vittime», ha riferito l’uomo. Secondo alcune fonti, in un altro raid sferrato contro una casa durante la notte l’Idf ha ucciso sei persone.
Tel Aviv ha ancora una volta giustificato l’accaduto con la caccia ai terroristi. «I jet da combattimento hanno condotto un attacco contro un complesso di Hamas nascosto all’interno della scuola nell’area di Nuseirat», si legge nel post pubblicato su X, «questi terroristi appartenevano alle Forze Nukhba e hanno partecipato al massacro del 7 ottobre, quando nel sud di Israele circa 1.200 persone furono uccise e altre 251 prese in ostaggio». Orrore salva orrore? «L’esercito non ha informazioni su vittime civili», osa il portavoce militare. 37 morti per caso, quelli drammaticamente veri? Scuola covo di terroristi, «tra 20 e 30 terroristi», aveva sostenuto l’intelligence israeliana, la cui credibilità fa parte ormai soltanto dei telefilm NCIS. Terroristi anche i 23 tra donne e bambini uccisi?
Le scuole dell’Unrwa in tutta la Striscia vengono utilizzati come rifugi dall’inizio della guerra, che ha costretto la maggior parte della popolazione del territorio, 2,3 milioni di palestinesi, ad abbandonare le proprie case. La scorsa settimana, attacchi israeliani hanno colpito vicino a una struttura dell’agenzia dell’Onu nella città meridionale di Rafah. L’esplosione ha devastato le tende vicine che ospitavano le famiglie sfollate, uccidendo almeno 45 persone. Le morti hanno scatenato l’indignazione internazionale e almeno allora il primo ministro israeliano Netanyahu aveva parlato di un «tragico incidente». Adesso si torna al terrorismo di facile e incontestabile attribuzione.
Mercoledì operazione a Deir al-Balah e nel campo profughi di Bureij. Attacchi aerei sulle ‘infrastrutture militanti’, scuola sospette comprese. Medici Senza Frontiere riferisce di almeno 70 corpi e 300 feriti, per lo più donne e bambini, portati in un ospedale nel centro di Gaza martedì e mercoledì dopo l’ondata di attacchi.
La Spagna sull’accusa di genocidio «Il governo di Spagna si unisce al processo aperto dal Tribunale internazionale di Giustizia avviato dal Sudafrica contro Israele per gli indizi di genocidio a Gaza». «Lo stavamo meditando da settimane», ha detto il ministro degli Esteri Albares, annunciandoil’adesione alla denuncia presentata dal Sudafrica al tribunale Internazionale di Giustizia dell’Onu, per presunto genocidio e violazione del diritto umanitario internazionale a Gaza.
«Ci uniamo al processo per l’impegno con il diritto internazionale, per rafforzare le Nazioni Unite e per appoggiare il ruolo della Cpi. La Spagna non si pronuncia sul reato -ha detto Albares- partecipiamo alla denuncia appoggiando il tribunale».
Il riconoscimento dello Stato della Palestina da parte di Madrid, formalizzato il 29 maggio assieme all’Irlanda e alla Norvegia, passo successivamente compiuto anche dalla Slovenia, ha aggravato la crisi diplomatica di una parte di Unione europea con Israele (molto più estesa di quella dei governi).
Il governo Netanyahu -linea arroganza consueta-, ha limitato l’attività del consolato generale spagnolo a Gerusalemme, con il divieto di assistenza ai palestinesi. Ma io suo percorso non solo politico ma anche personale sembra vicino all’epilogo, per la salvezza stessa di Israele.