La ministra del Tesoro Usa Janet Yellen, prova a forzare la mano ai sette Grandi ma, grazie in particolare alla Germania, riesce quasi a spaccare il vertice. Obbedienti in molti, ma suicidi no. La Segretario di Stato sventola la minaccia di una invasione di veicoli elettrici e semiconduttori cinesi, mondo industriale alieno, mentre sul nodo dei beni russi, dice che non basta la proposta Ue di dare i profitti di quei miliardi altrui bloccati nelle banche occidentali, ma che bisogna proprio prenderseli, rubarli, direbbe Mosca.
Sul pressing Usa per usare tutti i 300 miliardi di dollari di valori e beni russi congelati in Occidente Berlino frena, anche di fronte al fulmineo decreto di Putin sull’equivalente sequestro di beni occidentali in Russia. «La soluzione deve avere la certezza del diritto», avverte il ministro tedesco Lindner. Al massimo l’ipotesi Ue di utilizzare i profitti dei beni russi congelati ‘per sostenere (e armare) l’Ucraina’. Ma senza toccare i beni della banca centrale russa. «Ciò rispetta i principi fondamentali del diritto internazionale, come l’immunità dello Stato»
Il timore di Berlino (solo?) -di fatto la certezza- è che la confisca dei beni della banca centrale russa chiesta dagli Usa (non solo degli interessi maturati previsto dalla decisione Ue) immobilizzati per tre quarti in Europa, oltre che una violazione del diritto internazionale, provocherà le ritorsioni di Mosca.
Assaggio di cosa potrebbe accadere, il trasferimento delle attività di Bosch in Russia a Gazprom housing, come accaduto anche per l’italiana Ariston.
Al vertice di Stresa la proposta Usa è appoggiata con forza dai fedelissimi, Canada, Gran Bretagna e Giappone. La Francia furbescamente punta ad «una posizione condivisa tra i Grandi, sulla scia di quella Ue», e frena le spinte Usa senza dirlo. Mentre l’Italia semplicemente non dice. Con la scusa di farsi «mediatore onesto sulla questione». E mancano solo tre settimane al G7 dei leader di metà giugno in Puglia.
Blinken pensa all’impiego di armi Usa in territorio russo, facendo pressioni perché le armi americane possano essere usate per colpire oltre il confine. E la gittata delle armi statunitensi in dotazione all’esercito ucraino si è allungata esponenzialmente con il proseguire non vincente della guerra da parte ucraina.
Secondo il New York Times la proposta di Blinken sarebbe in fase di elaborazione e non è ancora stata sottoposta al presidente. Pochi giorni fa il segretario della Difesa Lloyd Austin, riferendosi alle postazioni russe appena oltre il confine ha inventato «La dinamica aerea è un po’ diversa» che è un non dire. Il territorio della Russia non più «off-limitis»? Non ha risposto.
Sulla possibilità di colpire oltre il confine con le proprie armi, il Regno unito ha già espresso invece il parere favorevole dell’uscente governo conservatore alla vigilia di una pesante sconfitta elettorale, col ministro esteri Cameron durante una visita a Kiev di poco precedente a quella di Blinken.
In risposta a questa escalation di dichiarazioni, segnalano osservatori preoccupati, Mosca ha avviato delle esercitazioni in cui viene simulato l’impiego di armi nucleari tattiche.