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«Non ci sono sopravvissuti tra i rottami dell’elicottero precipitato nel nord dell’Iran. A bordo c’erano sette persone, tra cui il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian», riferisce la Cnn. Notizia che precede e trova conferma nelle dichiarazioni della Mezzaluna Rossa iraniana, come riporta l’agenzia russa ITAR-TASS: «Tutti i passeggeri dell’elicottero sono morti». Anche l’emittente Al Jazeera ha annunciato la morte di Raisi. Si attende ancora la conferma ufficiale del governo di Tehran. Il presidente Raisi, 63 anni, si stava recando nelle zone di confine nordorientali alla città di Tabriz per inaugurare una diga.
Prima, nell’incertezza di questi tempi di guerra, attorno all’elicottero scomparso il timore di una azione violenta e di cosa ne sarebbe potuto derivare. A ricerche appena iniziate, forti non ufficiali ma autorevoli da Tel Aviv fanno sapere che «Israele non ha responsabilità» in quello che i media israeliani definiscono un incidente dovuto al maltempo. Intanto la gigantesca macchina dei soccorsi, che si è valsa anche di aiuti satellitari occidentali.
L’Unione europea su richiesta di Teheran ha attivato Copernicus, il servizio di mappatura satellitare di risposta rapida per aiutare a restringere l’area dove concentrare i soccorsi, resi complicati da nebbia e maltempo. Nella ricerca del velivolo scomparso tra le montagne operano anche mezzi arrivati da Russia e Turchia. Sino al ritrovamento dei rottami incendiati che tolgono ogni speranza.
Le squadre di ricerca hanno raggiunto l’elicottero – i suoi rottami – fa sapere in piena notte la televisione di Stato iraniana. Le prime notizie parlano di «situazione non buona», che poi diventa poi diventa: «nessun segno di vita». Un funzionario iraniano parla all’agenzia Reuters ed è ancora più drastico: «Si teme che siano tutti morti, il mezzo è completamente bruciato».
Il presidente e il suo staff erano in volo nei pressi di Jolfa, al confine con l’Azerbaigian, a circa 600 chilometri a nord-ovest da Teheran. Qui il presidente aveva inaugurato una diga insieme al leader azero Ilham Aliyev. Tre gli elicotteri del convoglio: due dei quali, con a bordo altri ministri e funzionari, sono invece arrivati regolarmente a destinazione.
Tutti i Paesi della regione hanno offerto solidarietà e assistenza. La Turchia, dietro richiesta di Teheran, aveva inviato un elicottero dotato di visori notturni, insieme a 32 esperti in soccorso in quota. Offerte di aiuto sono arrivate anche da Emirati, Oman, India ma anche dall’Arabia Saudita. La Russia si è attivata inviando una squadra con 47 specialisti, veicoli fuoristrada e un elicottero BO-105. La Cina ‘profondamente preoccupata’, aveva offerto «tutto il supporto e l’assistenza necessari per gli sforzi di salvataggio».
Mohammad Mokhbér, presidente a interim dell’Iran dopo la morte di Ebrahim Raïsi
Secondo l’articolo 131 della Costituzione, in caso di morte del presidente, «il primo vicepresidente assume i suoi poteri e le sue responsabilità con l’accordo della direzione e di un consiglio composto dal presidente del Parlamento, dal capo della magistratura e il primo vicepresidente è obbligato a raggiungere un accordo entro un periodo massimo di cinquanta giorni. Dovrebbe essere eletto un nuovo presidente».