Il popolo Kanak della Nuova Caledonia si ribella alla Francia coloniale

Nuovi problemi per la Francia in un altro territorio del suo ex impero coloniale. Dopo i golpe militari che hanno condotto all’espulsione di diplomatici e militari di Parigi da numerose nazioni del Sahel, questa volta tocca alla Nuova Caledonia. Arcipelago nel Sud Pacifico, tra Australia e Nuova Zelanda, è un Territorio d’Oltremare francese.
Da giorni proseguono scontri violenti tra gruppi indipendentisti locali e forze di sicurezza della Francia, a causa di una contestata legge che estenderebbe il diritto di voto ai nuovi abitanti francesi

Il popolo Kanak contro la ‘francesizzazione’

I Kanak, etnia autoctona del luogo, si sono ribellati a una legge votata dal Parlamento di Parigi che consente a tutti i cittadini francesi residenti in Nuova Caledonia da almeno dieci anni di votare nelle elezioni locali, portando il loro numero a 25mila su una popolazione totale di 270mila abitanti.
I partiti Kanak che reclamano il distacco dalla Francia ritengono che tale legge impedisca di fatto l’indipendenza. Violenti scontri si sono verificati nella capitale Noumea, con un bilancio provvisorio di 5 morti, tra cui due gendarmi francesi.

Macron presto perdente

Il presidente Macron ha dichiarato lo stato di emergenza e la chiusura dell’aeroporto internazionale, ma gli scontri sono proseguiti con violenze e saccheggi di supermercati. Per quanto piccolo, l’arcipelago riveste una grande importanza strategica per gli equilibri nel Pacifico meridionale, dove la Repubblica Popolare Cinese sta cercando di espandere la sua influenza a scapito degli Usa e dei loro alleati, come Australia e Nuova Zelanda.

Colonizzazione elettorale

Mette conto notare che, a partire dal 2018, si sono tenuti tre referendum sull’indipendenza che sono falliti, poiché la maggioranza dei votanti ha confermato la volontà di restare un Territorio d’Oltremare francese. Gli indipendentisti Kanak, tuttavia, non si danno per vinti, facendo notare che gli ultimi due referendum di tennero turante la pandemia di Covid 19, impedendo quindi lo svolgimento regolare delle consultazioni.

Rinforzi militari per una legge iniqua

La legge summenzionata, inoltre, è avversata anche dai partiti della sinistra francese, e in particolare da quello di Jean-Luc Melenchon, che si dichiarano solidali con i Kanak. La situazione resta pertanto difficile, e Macron ha inviato rinforzi di militari e gendarmi per domare la rivolta. Con il pericolo, però, di aumentare ulteriormente la tensione. Nell’arcipelago è stato decretato il coprifuoco, ma la misura non ha impedito che scontri e violenze continuassero.

Quelle prezione miniere di nikel

Parigi accusa l’Azerbaigian di aver fomentato la rivolta, come rappresaglia per l’appoggio francese all’Armenia nel recente conflitto che ha condotto all’esodo degli armeni dal Nagorno Karabakh. Alcuni rivoltosi, durante le manifestazioni, indossavano magliette con la bandiera dell’Azerbaigian e sventolavano ritratti del presidente azero Ilham Aliyev.

La Nuova Caledonia possiede ingenti giacimenti di nickel, circa il 7% del totale mondiale, metallo essenziale per la produzione delle batterie elettriche. Anche in questo caso è evidente che la Francia, a differenza per esempio del Regno Unito, non riesce a gestire con efficacia il suo passato coloniale.

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