«L’escalation bellica ci trascina tutti a fondo». In Spagna Podemos contro il governo

La segretaria di Podemos e ministra Iole Belarra alla ‘Conferenza europea per la pace’ di Madrid incalza il premier Sanchez, contestando l’invio di armi spagnole e le posizioni definite appiattite sulla politica Usa, contestando anche il catalano Borrell, responsabile dell’Ue per gli Affari esteri. Vigilia di elezioni e rischio di crisi di governo

III Conferenza europea per la pace di Madrid

«Ci assicurano che non ci saranno mai soldati spagnoli che combattono in Ucraina (…) perché significherebbe, citando Joe Biden, la terza guerra mondiale. Ma non abbiamo nessuna certezza che manterranno la parola. L’escalation bellica è una bestia insaziabile che trascina tutti a fondo». Ione Belarra, oltre che segretaria di Podemos è anche ministra dei Diritti sociali, e venerdì, alla ‘III Conferenza europea per la pace’ a Madrid, ha aperto l’ennesimo braccio di ferro con gli alleati di governo del Partito socialista.

Escalation bellica

Il confronto con gli alleati è ancora sull’escalation bellica, in un momento in cui l’esecutivo Sánchez accentua il sostegno militare a Kiev senza tener conto della posizione delle sinistre. La polemica di Podemos con il Psoe è aperta su parecchi fronti ma il ‘nucleo duro del dissenso’ è diverso approccio sulla guerra, definita dalla leader viola (il colore di Polemos NdR) «una gallina dalle uova d’ora per le lobby militari».

Elezioni in vista

A maggio ci saranno le amministrative, seguite dalle elezioni politiche, e Podemos, che è riuscita ad ottenere politiche sociali ed economiche e di diritti civili avanzate, sul capitolo guerra il premier Pedro Sánchez dettano la linea, tutta sili Usa e Nato. «Anche se la legge di Bilancio del 2023 ha previsto un aumento record della spesa sociale, il Psoe ha imposto anche un boom del 26% della spesa militare, portata da 10 a 12,8 miliardi di euro senza contare gli ulteriori stanziamenti nascosti nei bilanci dei vari ministeri», denuncia Marco Santopadre.

Borrel, Ue, a tutta guerra

Nelle settimane scorse Madrid è stata tra le prime capitali a dare il proprio assenso all’invio a Kiev dei Leopard e dei missili, la sua dotazioni, di nuovo senza considerare la contrarietà del partito chiave dell’alleanza di governo. «Per conquistare la pace occorre prima vincere la guerra» aveva chiarito Josep Borrell, alto responsabile dell’Ue per gli Affari esteri e dirigente socialista catalano.

Spagna parte della soluzione o del problema?

Podemos torna a chiedere al Psoe un cambio di rotta sull’invio di nuove armi a Kiev. «Un grave errore che contribuisce all’escalation bellica, ha detto Belarra, che poi ha invitato gli alleati a costruire un’alternativa basata sul negoziato insieme al Brasile di Lula, all’Argentina di Fernández e alla Colombia di Petro». «La Spagna può diventare parte della soluzione e smettere di essere parte del problema (…) Non vogliamo vedere Madrid mandare truppe per nessuna guerra pianificata dai potenti di altri paesi, ed è proprio lì che ci sta portando l’irresponsabilità di alcuni» ha denunciato Belarra.

Madrid, né Washington né Mosca

Sotto attacco gli interessi di Washington, ma anche e soprattutto quelli di Mosca, denunciando la «guerra imperialista dichiarata ormai un anno fa dal regime russo nemico del progresso, dell’uguaglianza, dei diritti umani e della giustizia sociale».

 

Tags: governo Spagna
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro