
Nemmeno un pool di diplomatici usciti di testa, sostenuto da un blocco di politici alla ricerca della grandezza perduta, avrebbe saputo confezionare una crisi internazionale “meglio” ti come hanno fatto gli americani nell’Indo-PacificoIn un pianeta tartassato da calamità naturali, sanitarie, economiche e geopolitiche, ci mancava anche “la crociata per la democrazia” della signora Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, che si è inventata un viaggio in Asia, con tanto di sosta a Taiwan. L’isola di Formosa per Pechino (e per altri 170 Paesi Onu) è una “provincia separata” della Cina e continentale. Anche per gli Stati Uniti è così. Bene, direte voi e allora dov’è il problema?
Quando la signora Pelosi ha manifestato l’intenzione di sbarcare a Taiwan, assieme a una delegazione del Partito Democratico, a Pechino si è scatenato il finimondo. Tutti gli analisti considerano l’area del Mar cinese meridionale come un “hot-spot” capace di generare la Terza guerra mondiale. L’ambizione della leadership comunista cinese è quella, prima o dopo, di riuscire a riunificare l’isola alla madrepatria, magari trovando una cornice politico-diplomatica che la possa “hongkongizzare”. Gli Stati Uniti, però, si oppongono ferocemente. Tuttavia, vista la crescente tensione nelle relazioni tra l’Occidente e il blocco russo-cinese, molti osservatori ritenevano che la Pelosi avrebbe rinunciato a fare tappa a Taipei. Anche perché, da parte cinese, negli ultimi 15 giorni si era assistito a un crescendo di minacce.
Era intervenuto lo stesso Presidente Biden, organizzando un briefing con Xi Jinping per allentare la tensione e rassicurando i giornalisti: il Pentagono aveva sconsigliato di fare il viaggio a Taiwan. Troppo rischioso. Per Biden, la cosa era finita là. Ma Biden non è stato preso in considerazione. Nancy Pelosi è atterrata all’aeroporto di Songshan, nell’isola di Taiwan, ieri alle 22, 44 ora locale. Cioè circa 24 minuti dopo l’orario annunciato in esclusiva dal quotidiano di Formosa Liberty Times, e da allora ha già incontrato la presidente di casa, Tsai Ing-Wen, con la quale, manco a dirlo, si è parlato di un’eventuale guerra contro la Cina. Ovviamente, un conflitto di autodifesa se l’isola dovesse essere invasa.
Pelosi ha detto che gli Stati Uniti saranno sempre a fianco di Taiwan, che vedono come un alleato solido. La Presidente Tsai ha offerto la sua collaborazione sia in campo economico e sia, soprattutto, in campo strategico. Come sentinella avanzata dell’America nell’Indo-Pacifico.
E così s’è capito, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza che Taiwan ha per gli Stati Uniti. I quali, come abbiamo già detto, non mettono in discussione il principio della “Cina unica”. Anche perché, dal punto di vista del diritto internazionale, avrebbero torto. No, quello che interessa a Washington e il principio delle “sfere di influenza”, strumento per l’affermazione dei propri interessi nazionali. Cioè, proprio tutto il contrario della tiritera filosofico-costituzionale che viene tirata a lucido, quando si tratta di spiegare il punto di vista occidentale sulla guerra in Ucraina. Correttissimo, per carità. Ma che viene applicato, evidentemente, con tanti pesi e diverse misure in altri spicchi della Terra.
Navi da battaglia cinesi si vanno ammassando nello Stretto di Formosa, dove si registra una notevole attività delle forze aeree di Pechino. Mentre le Borse asiatiche sono crollate per la crisi che monta, il Segretario di Stato Usa, Antony, Blinken ha chiamato il Ministro degli Esteri cinese, Wung Yi, per cercare di allentare la tensione. Lunedì aveva cercato anche di esprimere dichiarazioni concilianti il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. I latini dicevano: “Cui prodest?” Insomma, ma chi gliel’ha fatto fare, alla signora Nancy Pelosi, 82 anni, a tre mesi dalla pensione, di contribuire a scassare quello che ancora restava di sano nei tormentati equilibri sino-americani?
Forse la spiegazione è più semplice di quello che pensiamo. Si chiama “complesso dell’impostore”. È la sindrome che ti piglia quando stai per andare in pensione e sai che non conterai più niente. Ma fai di tutto per dimostrare il contrario. E ne combini di tutti i colori.