Il picco dei cialtroni nell’estate bollente

Cialtróne s. m. (f. -a) [etimo incerto]. – Persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell’operare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro. Anche, con sign. attenuato, persona sciatta nel vestire e nel portamento, o che nel lavoro sia solita fare le cose in fretta e senza attenzione. [cit. Treccani]

Il mio amico Pancrazio Anfuso, penna attenta e soave, mi ha fatto riflettere sulla quantità di cialtroni che popolano le nostre vite incolpevoli. Cialtroni che agiscono nelle pieghe della burocrazia, nelle scelte a piffero che quotidianamente subiamo, per le lunghe file in attesa in un ospedale, camminando per strada, in automobile.

Arroganti poco seri che sono seduti anche nei posti chiave per rendere la nostra vita più faticosa. Per far sì che una cosa banale, anche semplice, porti con sé complicazioni quasi rituali

Scrive Pancrazio Anfuso: “Cialtroni non solo individuali, anche organizzati, governati da cialtroni, che pianificano cose spesso senza senso, di cui capita di doversi occupare quotidianamente, e, per una serie di motivi, anche in quantità superiore alla media: un picco di cialtroni”.

Per leggere il suo intero pezzo, usate questo link: https://www.getrevue.co/profile/postpank/issues/la-lettera-di-pancrazio-31-cialtroni-1226626?fbclid=IwAR3ffxkZTnTGUaaK7TxV7zwWqe3whDIoaazfteeZD-k_UJXruroVPZ4LYZQ

Un picco di cialtroni: per il caldo afoso? Perché Greta alla fine non aveva torto? Perché la pandemia ci ha resi migliori? Perché caduto il governo emergenziale dei cosiddetti migliori i peggiori si sentono avvantaggiati?

La cosa che noto è che i cialtroni si sono fatti vieppiù strada; il furbettame da salottino damascato ha fatto carriera, ha occupato i posti che contano, mettendo al servizio di chi muove le leve del comando le note qualità: arroganza verso il prossimo, adulazione del capo, doppiezza, volgarità, mancanza di parola data nei rapporti di lavoro. Insomma, mai come in questa epoca il cialtrone è utile a far funzionare a piffero il mondo dominato dall’ipocrisia come filosofia d’uso. Un mondo in cui l’assuefazione è il danno collaterale di un sistema che provoca diseguaglianze, ingiustizie, schiavitù e tanta tanta ottusa spettacolarizzazione a far sparire dalla comprensione, come per magia, la tirannia del profitto che non conosce confini né geografici né politici. Un mondo che senza cialtroni non potrebbe reggere. E che invece grazie alla grande maestosa accettazione collettiva della cultura dell’imbecillità, va alla grande perché nessun imbecille vuole essere secondo a nessuno.

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