‘Golpe della Corte suprema Usa’. Vietato vietare l’inquinamento, armi libere per tutti, aborto per nessuna

Una sentenza devastante annulla i poteri regolatori dell’agenzia di protezione ambientale degli Stati uniti. «Golpe della corte suprema Usa», lo chiama Luca Celada, «che in piena paralisi del potere politico sta mettendo in pratica l’autoritarismo della minoranza repubblicana sotto l’impulso della fazione estremista installata da Trump».

Sentenza tossica

«Dopo aver abrogato i diritti di metà della popolazione (l’aborto), aver inferto un duro colpo alla separazione di stato e chiesa (preghiere nelle scuole) e aver imposto di fatto il porto d’armi universale, ha emesso la sua sentenza più tossica (letteralmente) con una decisone che devasterà l’ambiente americano e non solo».

Luca Celada da Los Angeles

La sentenza toglie all’Environmental Protection Agency (Epa, una sorta di ministero per l’ambiente) la facoltà di emettere normative vincolanti sull’inquinamento atmosferico industriale, cioè di perseguire la propria stessa missione di protezione ambientale. «Una decisione che dimostra come la crisi costituzionale in cui i neo-teo-conservatori stanno precipitando il paese riguardi tutto il pianeta», denuncia il Manifesto.

«Avanti coi gas serra»

La sentenza che vanifica la regulation sui limiti del riscaldamento atmosferico esprime il negazionismo eco terrorista della corte deviata dai nazionalpopulisti e prosegue l’opera che aveva iniziato Trump con l’abbandono dei trattati di Parigi (poi nuovamente sottoscritti da Biden).

Nessun freno al profitto

Ma la decisione va oltre e, mentre il pianeta cuoce, mira a sabotare attivamente i tentativi (già insufficienti) di rallentare la catastrofe. «Anche qui è esplicita la longa manus di Trump, che a suo tempo aveva preso di mira la stessa agenzia nominando al vertice Scott Pruitt, già avvocato dell’associazione dei petrolieri».

A capo del pollaio la Volpe Pruitt

«Messo capo del pollaio, la volpe Pruitt ha avviato una sistematica rottamazione dello stesso smantellando il proprio dicastero pezzo a pezzo con trasferimenti di scienziati, licenziamenti di commissari, censurando rapporti scientifici sul mutamento climatico».

Ma perfino quest’opera metodica non era riuscita ad essere efficiente come la Corte suprema, che con una semplice firma ha neutralizzato l’abilità dell’authority a limitare le emissioni tossiche.

Sentenza devastante

La sentenza è devastante perché la Corte è l’organo al vertice del sistema giuridico e come tale invalida tutti i procedimenti dei tribunali ad essa sottoposti. Annulla quei fragili canali giuridici che sono stati fondamentali in innumerevoli battagli ambientaliste vinte grazie ad ingiunzioni ottenute da tribunali locali e federali a tutela di ambiente, territori, ecosistemi e specie animali.

La Corte deviata

Ricorrendo ai tribunali, gli ambientalisti americani avevano potuto chiudere oleodotti, fermare fabbriche inquinanti, smantellare centrali obsolete e in generale intervenire dove lo stato non aveva saputo o potuto farlo. «Ora la Corte deviata ha mostrato di voler impedire ogni ulteriore progresso di attivisti e del governo, che senza uno strumento regolatore non potrà più conseguire nemmeno gli obiettivi minimi che aveva fissato il presidente democratico».

Accordi internazionali carta straccia

Ulteriore dimostrazione dello squilibrio in cui versa il governo della superpotenza occidentale. Col Congresso in stallo per via dell’ostruzionismo repubblicano che impone una super maggioranza e una corte suprema ormai radicalizzata, ha sostanzialmente dato mano libera al programma ideologico e liberista lasciato a metà da Trump, l’accusa politica di Luca Celada

Presidente, se ci sei batti un colpo

Tutto accadeva mentre il Presidente era in Europa per il vertice Nato, dalla Casa bianca sono giunti i primi timidi segnali sulla volontà di Biden di modificare la regola della super maggioranza e varare una legge di emergenza di tutela federale dell’aborto. Ma per Biden e il suo partito il tempo sta scadendo. Previsioni e sondaggi danno per certa la riconquista del Congresso da parte dei Repubblicani alle elezioni mid-term di novembre.

Il peggio che si prepara

Peggio, ogni Stato a scegliersi i ‘Grandi elettori’ del futuro presidente.
La Corte ha anche indicato che nella sua prossima sessione di udienze esaminerà un caso che potrebbe sancire il diritto dei governi dei singoli stati di selezionare in autonomia i grandi elettori per l’elezione del presidente. Gli elettori al voto e i poteri reali a decidere.

Lo strumento per permettere al GOP, il partito della minoranza popolare (ma di una maggioranza di governi statali) di finire quello che i trumpisti avevano iniziato al Campidoglio il 6 gennaio: sovvertire la volontà popolare e riprendersi in ogni modo la Casa bianca nel 2024.

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