Il Sultano turco e il Principe saudita costretti a trattare in nome della realpolitik

La Turchia cerca di rompere l’isolamento internazionale e di trovare qualche aiuto per far fronte alla devastante crisi economica che la travolge, ricuce con il saudita Mohammed bin Salman a cui in mondo attribuisce la responsabilità dell’assassinio di Jamal Khashoggi, l’editorialista arabo dissidente del Washington Post, ucciso da una squadra di sicari al servizio della casa regnante nel consolato saudita a Istanbul.
Realpolitik che prevale sulla difesa dei diritti umani da applicare a convenienza. Esempio chiave, il presidente Usa Biden che annuncia un prossimo viaggio in Arabia Saudita mente questa settimana vedrà anche il brasiliano Bolsonaro. Una sorta di gara al peggio.
Ma forse, più importante ancora, il principe quasi regnante bin Salman in visita Turchia, come svela nei suoi retroscena, Vittorio Da Rold.

Crocevia Medio Oriente

Il Medio Oriente è in gran movimento, diplomaticamente parlando. Un esempio? Il principe ereditario saudita e leader de facto della potente monarchia wahabita, Mohammed bin Salman, l’uomo che ha un ruolo fondamentale all’interno dell’Opec, attore di primo piano del mercato del greggio a livello mondiale, sarà in visita in Turchia il 22 giugno prossimo: lo hanno reso noto le autorità turche.

La quasi Nato araba sunnita anti Iran

La visita era da tempo nell’aria, perché Ankara e Riad, entrambe schierate sul fronte sunnita contrapposto al fronte sciita guidato da Teheran, stanno cercando di ricucire le relazioni diplomatiche dopo l’omicidio del giornalista e dissidente saudita Jamal Khashoggi. I rapporti tra i due Paesi, rivali regionali, erano infatti scesi ai minimi termini dopo che una squadra di sicari sauditi aveva ucciso, nel 2018, l’editorialista del Washington Post nel consolato saudita a Istanbul. Si era giunti anche a una sorta di embargo non ufficiale dei prodotti turchi da parte delle autorità di Riad nel momento più difficile della crisi diplomatica tra i due paesi mediorientali.

Nuovi interessi coincidenti

Ma Mohammed bin Salman non è l’unico che cerca di riallacciare i rapporti diplomatici con i suoi vicini. Anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, da venti anni al potere ininterrottamente con il suo partito flo-islamico Akp, alleato con i nazionalisti dell’MHP di Devlet Bahceli, gli eredi politici dei “Lupi Grigi” di Alì Agca, sta cercando di rompere l’isolamento regionale della Turchia, riaprendo i contatti con Emirati Arabi Uniti e Israele e anche proseguendo il dialogo con l’Egitto dopo la caduta del governo guidato dai Fratelli musulmani sostenuti, ai tempi della rivoluzione di Piazza Tahrir contro il “faraone” Mubarak, da Ankara.

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