Vertice di emergenza della BCE sulle condizioni dei mercati

Dopo un balzo degli spread e dei rendimenti dei titoli pubblici, specie quelli italiani, il comitato esecutivo della Bce ha convocato una riunione di emergenza, appena sei giorni dopo aver affermato che avrebbe alzato i tassi di interesse a luglio. Presa d’atto dei suoi ritardi, come Remocontro aveva nel suo piccolo denunciato più volte. Deciso un nuovo ‘scudo anti spread’. Il consiglio direttivo: ‘Se reinvestimento non basta, nuovi strumenti antiframmentazione’

Contro l’esplosione dello spread

Prima solo leanticipazioni di agenzie stampa. I governatori della Bce saranno invitati ad usare, in risposta alla deflagrazione dello spread, «i reinvestimenti del programma pandemico Pepp». Lo scrive la Bloomberg citando fonti vivine alla BCE. Il vertice convocato in videoconferenza per le 11 di stamane, secondo le fonti dell’agenzia americana dovrebbe decidere una qualche risposta alla volata dei rendimenti dei Btp. Le stesse fonti dichiarano di non sapere se altre misure più mirate, siano possibili.

Ed ecco le decisioni

Oggi abbiamo deciso di attivare la flessibilità nell’attività di reinvestimento e abbiamo chiesto ai nostri comitati di lavorare in maniera accelerata sul concepimento di nuovo strumenti per contrastare la frammentazione nel caso in cui il reinvestimento non bastasse».  Trovare strumenti anti spread dopo avere dormito troppo, la nostra traduzione.  Passaggio chiave del comunicato finale la possibile/probabile ‘iper reazione dei mercati’, rischiando di impedire la politica monetaria. «Lo scudo anti-frammentazione “non impedisce la nostra politica monetaria ma è condizione necessaria per portare l’inflazione di nuovo al 2%», ha dichiarato Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce.

Quando la banca centrale comprava

In base ai dati di fine maggio, la Bce aveva acquistato oltre 1.700 miliardi di debito. Il programma, lanciato nel marzo 2020, è stato chiuso a fine giugno ma con la possibilità, fino al 2024, di ricomprare nuovi bond con il capitale rimborsato da quelli, già acquistati, che man mano arrivano a scadenza.

Per l’Italia alcune stime indicano in 200 miliardi il potenziale di acquisti, ma le voci critiche sull’efficacia di una simile misura notano che, dato il ritmo dei rimborsi, si rischierebbe di non poter comprare più di tre miliardi di titoli italiani al mese.

Debito nazionale e crescere

Una ulteriore ipotesi allo studio sarebbe quella di poter deviare dai criteri di ripartizione degli acquisti di debiti nazionali, che consentirebbe di comprare, ad esempio, Btp italiani con il capitale rimborsato dai Bund tedeschi. Una simile ipotesi, tuttavia, rappresenterebbe il finanziamento monetario del bilancio statale – espressamente proibito dai trattati e dallo statuto Bce – e rischierebbe di andare incontro a nuove cause legali, avverte l’ANSA.

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AVEVAMO DETTO

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