
Ieri dopo l’annuncio del cambio di rotta della Bce i mercati hanno reagito male. Piazza Affari in particolare in Europa dove l’indice azionario di Milano ha ceduto il 5,17% a 22.547,00 punti. Perché questo scivolone? Sulla Borsa di Milano ha pesato l’effetto sia delle decisioni della Bce, sia dell’inflazione Usa salita a maggio all’8,6% ai massimi da 40 anni, dopo un 8,3% registrato ad aprile. Giovedì la banca centrale europea a Francoforte ha aperto al rialzo dei tassi da luglio e annunciato che metterà fine all’acquisto dei bond dal 1 luglio prossimo. Questa decisione ha impattato specialmente sullo spread e sul rendimento dei Btp a 10 anni.
Sul fronte dei cambi, l’euro è andato sotto quota 1,06 dollari, movimento anomalo perché quando si annuncia che si aumentano i tassi la valuta normalmente si rafforza. Non è andata così: peccato perché un rafforzamento dell’euro avrebbe fatto bene alla nostra bilancia dei pagamenti perché avrebbe ridotto il costo complessivo delle operazioni con l’estero quando si pagano le bollette energetiche in rialzo. Non solo. Lo spread è volato oltre i 234 punti. E il tasso dei buoni del tesoro decennali si è attestato al 3,798%. Insomma un segno che i mercati sono molto nervosi sebbene le mosse annunciate fossero ampiamente previste. in altri termini i mercati si aspettavano uno schiaffo ma quando è arrivato si sono sentiti comunque sorpresi.
Ovviamente l’ambiente macro è profondamente cambiato: l’estate scorsa, il focus era la ripresa post-pandemica. Ora, invece, il nemico è l’inflazione dopo anni che non se ne vedeva l’ombra: oggi invece i prezzi corrono a causa del conflitto ucraino e della fiammata dei prezzi energetici che non risparmia nessun paese occidentale. Dopo Fed Usa e Boe britannica anche l’Eurotower, alla fine ha deciso di reagire all’inflazione mettendo fine alla sua politica monetaria accomodante.
Dopo 11 anni è stata invertita la rotta e avviata la stagione del rialzo dei tassi di interesse. La Bce ha tagliato le stime di crescita (2,8% nel 2022) spiegando che i rischi legati alla pandemia sono scesi ma quelli legati alla guerra sono significativi, e ha alzato le stime dell’inflazione al 6,8% quest’anno.
Così l’Eurotower porrà fine agli acquisti netti di asset a partire dal 1 luglio 2022 e si dice pronta a mettere in campo uno scudo anti-spread, anche se non ha fornito troppi dettagli. E qui forse c’è stato un mezzo passo falso: non fornire chiarimenti maggiori sulle prossime mosse in caso di spread fuori controllo per mantenere le mani libere non sembra aver funzionato. La questione di fondo è che la Bce può acquistare solitamente titoli di stato di un paese in rapporto alle quote detenute da quel paese nella banca centrale. Ma la Bce potrebbe non rispettare quella proporzione e decidere di comprare ad esempio più Bonos spagnoli e meno Bund tedeschi se lo spread tra i due paesi lo richiedesse.
La Bce non ha chiarito bene fino a che punto si spingerà in questa sua discrezionalità e così i mercati hanno cominciato a innervosirsi: le Borse europee sono arretrate e i tassi dei rendimenti dei titoli di Stato e in particolare del Sud Europa, e quindi dell’Italia, sono aumentati. Si poteva gestire meglio la transizione? Difficile dirlo con certezza ma dopo la pesante reazione dei mercati più di qualche dubbio serpeggia.
Il differenziale tra Btp e Bund tedesco si è allargato oltre 230 punti. Quindi la Bce alzerà probabilmente i tassi di 25 punti base a luglio e poi a settembre forse di 50 punti base: gli analisti della maggior banca d’investimento tedesca, la Deutsche Bank scommettono che si arriverà all’1% entro fine anno, altri ritengono che si arrivi al 2% nel primo trimestre del 2024.
Insomma uno scenario molto più complesso e articolato che avrebbe avuto bisogno di maggiori cautele.