«L’iniziativa del quotidiano di via Solferino viene dopo iniziative omologhe del concorrente de la Repubblica e di altre testate. Tuttavia, vedere sul giornale che fu della borghesia italiana foto segnaletiche ed elenchi di nomi, fa una certa impressione. Sono passaggi che poi, nell’augurabile fase discendente della crisi, rimarranno ferite non facilmente rimarginabili».
La federazione nazionale della stampa chiede di sapere se il Copasir (il comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica) sia in possesso di liste classificate come filorusse. Se vi fossero prove provate, gli organismi della categoria dovrebbero intervenire. «Se si trattasse – invece – di una caccia alle streghe, il quadro cambierebbe nella sostanza».
«Le spie che vengono dal freddo magari sono più anonime e coperte –annota Vita-Difficilmente si esibiscono nei talk o mirano a divenire personaggi mediatici».
Adolfo Urso, presidente del Copasir, prova ad attenuare la polemica che gli esplosa attorno e in casa. «Il Copasir rileva di non aver mai condotto proprie indagini su presunti infuencer e di aver ricevuto solo stamattina un report che, per quanto ci riguarda, resta classificato». Nessuna ‘lista nera’ di presunti disinformatori prezzolati da Mosca pubblicata dal Corriere della Sera domenica, da parte parlamentare. Ma allora da parte di chi? Solo spie chiacchierone e ‘deviate’ a comando di chi?
Il comitato parlamentare ha sì attivato l’indagine conoscitiva su disinformazione, ingerenze straniere e minaccia cibernetica, e per questo sarà la settimana prossima a Washington, fonte alleata ma non certo neutrale. Minacce comunque serie, e senza liste di proscrizione affastellate. «Non è che se uno pensa che Mosca abbia ragione non possa dirlo. Il problema si pone solo se qualcuno è pagato per dire quelle cose oppure mente scientemente per disinformare», fanno notare al Copasir.
La tragedia della guerra e un pasticcio all’italiana, «uno di quegli acquitrini dove pullulano le indiscrezioni fatte filtrare non si sa da chi, i giornali che sparano nomi a raffica, i servizi che non si capisce in base a quale logica passino le carte segrete, se seguendo una qualche strategia oppure no», denuncia Andrea Colombo sul Manifesto.
Leghisti e 5S nel Copasir, molto arrabbiati, imbarazzo Fdi delegato a D’Urso. «Si smarca invece il Pd Enrico Borghi, in stretta coerenza con la strada iperbellicista imboccata dal suo partito: ‘Contrastare la disinformazione, la guerra non convenzionale è un dovere per difendere la democrazia’». E sul fattaccio del listone preferisce glissare. Forza Italia, non pervenuta.
Ieri la Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo Sergej Razov, e ha respinto sia le accuse di «amoralità» che quelle di una campagna anti-russa in Italia. «La linea dei media italiani difficilmente può essere qualificata altrimenti che ostile», ha ribadito il russo invocando «moderazione ed equilibrio in nome dei rapporti positivi e di cooperazione tra i due popoli». Parole diplomatiche che non mascherano la realtà di rapporti al minimo storico e che per ora non sono destinati a migliorare.
Ancora Vincenzo Vita. «Donde vengono i nominativi pubblicati? Se non è vero che sia stata una manina parlamentare a vergare il tutto, allora viene da prendere sul serio la smentita di Adolfo Urso, il presidente del comitato, in merito alla possibilità che dal suo organismo fosse uscita qualche notizia. Si evoca un report specifico arrivato nella mattinata di ieri. Eccoci, allora. Da altre parti, verosimilmente, è transitata la vicenda, probabilmente anticipata alla testata milanese».
«L’informazione ha il diritto-dovere di ribellarsi di fronte a qualsiasi ingerenza, evitando come la peste ogni strumentalizzazione». Ma.. Se guardi con in po’ di dovuta malizia alla politica di casa, al delicato voto del 21 sulle armi italiane all’Ucraina e Mario Draghi al prossimo consiglio europeo, qualche dubbio è d’obbligo.
«Non è fuorviante, quindi, immaginare le pressioni di questi giorni come tassello di una linea di conquista coartata del consenso. Lo spauracchio di un maccartismo all’italiana torna utile per convincere gli incerti e quanti non sono sulla linea esatta che corre tra la Nato, gli Stati uniti e il nocciolo duro del governo».
«Chi osa dissentire o semplicemente esporre argomenti e dubbi finisce nel bidone della spazzatura dissenziente. Se il blasonato occidente suppone di avere nella sua fisiologia l’essenza della democrazia, si sta con simili trovate dando dei calci dolorosi.
Ci auguriamo che le prossime giornate servano a porre rimedio ad una stecca poderosa, una rondine che fa autunno piuttosto che primavera».
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