
Nel 1939, dopo la firma del patto di non aggressione tra Germania e Unione Sovietica e la successiva spartizione della Polonia, Winston Churchill disse che la Russia era «un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma».
La definizione ebbe successo, anche se in verità si trattava dell’ammissione della mancanza di informazioni utili per prevedere i comportamenti russi. L’ansia di conoscere in anticipo le mosse del nemico è tuttavia molto più antica e, in assenza di informazioni, in passato si era ricorsi a vari altri mezzi, compresa l’astrologia anche in tempi non sospetti.
Etruschi e Romani ricorrevano con frequenza, per conoscere in anticipo l’esito di una spedizione militare o di un’altra impresa, alla consultazione degli aruspici: sacerdoti esperti nell’arte divinatoria esaminavano le interiora di un animale sacrificato, seguivano il volo di stormi di uccelli o interpretavano altri fenomeni naturali. Esistevano anche gli astrologi, che basavano invece le stesse previsioni sul moto delle stelle e che successivamente nel Medioevo godettero di una certa fama: ad esempio il padovano Pietro d’Abano legò l’astrologia all’arte medica e alla corte di Federico II l’astrologia fu tenuta in grande considerazione. Prima di una scelta importante era insomma opportuno rivolgersi a queste forme di previsione e il potere politico ne fece sempre ampio ricorso. Tra gli ultimi in ordine di tempo a ricorrere agli astri, durante la guerra dei Trent’Anni, vale la pena di ricordare anche il grande Wallenstein che aveva al seguito un astrologo personale anche sul campo di battaglia.
L’astrologia, dopo il secolo dei lumi, scomparve quasi completamente dalle culture occidentali o, per meglio dire, rimase confinata in alcuni ambienti dediti soprattutto a studi esoterici, come nel caso di una cerchia ristretta che gravitava intorno al dittatore nazista Adolf Hitler. Il potente ed efficientissimo servizio segreto britannico MI5 reclutò nel 1942 un astrologo cecoslovacco, Louis de Wohl, esule a Londra dal 1938, per ‘entrare’ nella mente del Führer e prevederne le mosse. Era noto infatti che almeno dal 1923 Hitler aveva consultato astrologi prima di intraprendere determinate azioni e, poiché de Wohl aveva conosciuto alcuni degli astrologi tedeschi vicini al cancelliere del Reich e il loro modo di ragionare, con il grado di capitano fu reclutato dal servizio inglese e messo al lavoro. Il punto non era credere o meno alle congiunzioni astrali in sé, quanto ricostruire i processi mentali di chi invece ci credeva. A tentare di scoprire il funzionamento della mente di Hitler furono anche gli americani, ma su basi diverse: nel 1943 fu infatti reclutato uno psichiatra, Walter C. Langer, che stilò numerosi rapporti trasmessi poi dall’OSS (Office Strategic Services, padre della CIA) agli alleati. Langer, tra l’altro, aveva studiato in Europa ed era ritornato negli Stati Uniti proprio da Vienna, dove aveva incontrato Sigmund Freud.
All’inizio della guerra fredda la conoscenza dell’Unione Sovietica non era migliorata molto dalla frase di Churchill citata all’inizio, anzi, se i sovietici riuscivano ad infiltrare informatori nei centri del potere occidentale, quasi mai accadeva il contrario. Tornarono utili allora le tecniche utilizzate durante la guerra nei confronti dei nazisti. La prima cremlinologia si dedicò quindi all’interpretazione dei tanti piccoli segnali che si riuscivano a cogliere ‘tra le righe’ delle rappresentazioni ufficiali del mondo sovietico che, tutte improntate ad un rituale rigido e costante, offrivano numerosi dettagli da interpretare in altro modo: la collocazione dei posti sulla tribuna della Piazza Rossa durante la parata per l’anniversario della rivoluzione d’Ottobre o del 1° Maggio, la presenza o meno di ritratti di determinate personalità in un certo luogo o l’impaginazione della «Pravda», i cui articoli – nelle convinzioni degli analisti – rispecchiavano le gerarchie esistenti nel partito e perfino l’uso delle maiuscole per indicare determinate cariche. Altri invece osservarono con interesse crescente persino le dimensioni dei mazzi di fiori consegnati agli ospiti al momento dell’arrivo in aeroporto. Non stupisce che i tedeschi, ricordando altre forme di divinazione, per designare tale metodo ricorressero all’espressione «Kremlastrologie» (astrologia del Cremlino).
Cercando di prevedere le mosse dei dirigenti sovietici si sviluppò anche una variante ‘clinica’ della cremlinologia: l’esame di fotografie e di informazioni sui diversi stili di vita, soprattutto dei più anziani, forniva informazioni sugli stati di salute dei personaggi in questione, allo scopo di prevedere quanto a lungo ancora avrebbero occupato i loro ruoli. Si trattava in questo caso di diagnosi senza un contatto diretto con il paziente e più di qualche clinico interpellato non ne volle sapere. Dall’altra parte la propaganda sovietica, rendendosi conto della massima importanza delle immagini che diffondeva e quale fosse il ruolo anche di un semplice ritocco fotografico, collaborò in maniera sempre più stretta con gli organi dello stato deputati alla tutela dei segreti, KGB al primo posto. Alla fine della guerra fredda, nel pieno dell’era Gorbaciov, si ebbero però alcune conferme della validità di ipotesi prospettate dalla cremlinologia: l’apertura degli archivi confermò l’esistenza di varie lotte di potere all’interno della dirigenza sovietica, ma si era trattato quasi sempre dell’analisi di testi diffusi ufficialmente su periodici o altre pubblicazioni. Ad un certo punto però numerosi e prolifici autori – soprattutto nel periodo staliniano – avevano cessato improvvisamente di scrivere …