
I due paesi rappresentano poco più della metà della produzione mondiale di olio di girasole, il 19% di orzo, il 14% di grano e il 4% di mais. Ora si stima che le forniture globali dei principali prodotti agricoli diminuiranno del 10-50%.
Cambiamenti climatici poi pandemia di Covid e ora la guerra. Molti dei paesi più colpiti dipendono dall’Ucraina e dalla Russia per le loro forniture alimentari. Nello Yemen, la guerra locale ha già portato alla fame 31000 persone e più di 17 milioni hanno bisogno di assistenza alimentare. Il quaranta per cento della sua farina di frumento proviene da Russia e Ucraina. E il prezzo al chilogrammo è aumentato di più di cinque volte nelle ultime settimane.
Peggio in Somalia. Già una nuova carestia all’inizio dell’anno. Il 90% del suo i grano proviene da Russia e Ucraina e i prezzi sono aumentati del 300% nelle ultime settimane. Afghanistan, Etiopia e Siria sono altri paesi dilaniati dalla guerra colpiti in modo simile dall’interruzione delle forniture da Russia e Ucraina.
La povertà e la disuguaglianza erano già in aumento in tutto il mondo a causa della pandemia di Covid-19. Gli effetti a catena della crisi ucraina sui mercati alimentari potrebbero aggravarli, aumentando le lamentele contro i governi e inducendo le persone a ricorrere alla violenza.
«Sin dall’invasione dell’Ucraina, in Albania, Iraq e Sri Lanka si sono verificati disordini alimentari, proteste e rivolte». Un caso significativo è il Libano, che dipende per l’80% dal grano proveniente dall’Ucraina. Paggio, i silos di grano con l’85% delle riserve di grano del paese sono stati distrutti nell’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020.
Dimostrazioni sull’impennata dei prezzi di cibo ed energia in paesi come l’Iraq e il Marocco. «La situazione attuale ricorda quella del 2011, quando l’insicurezza alimentare e l’aumento dei prezzi hanno esacerbato le tensioni esistenti, contribuendo allo scoppio di rivolte in tutta la regione». La nota ed evanescente ‘Primavera araba’.
L’aumento dei prezzi alimentari globali colpisce anche gli aiuti umanitari. Il Word Food Program parla di 42 milioni di dollari mensili di aumento già nel 2020. Oggi, il WFP stima che per portare avanti il proprio lavoro costi 71 milioni di dollari in più ogni mese. Costi aggiuntivi mentre aumentano i bisogni, e cresce la fame.
Le stime mostrano che 811 milioni di persone hanno fame nel mondo e che la produzione alimentare globale potrebbe sfamare 10 miliardi di persone. «C’è abbastanza cibo per garantire la sicurezza alimentare per tutti». Eppure la fame nel mondo è in aumento. «44 milioni nel 2022 a rischio carestia, a causa di Covid-19, dei cambiamenti climatici e dei conflitti».
Situazione particolarmente preoccupante nella Repubblica Democratica del Congo, Honduras, Madagascar, Myanmar e Siria. Riduzione delle razioni alimentari in Sud Sudan e Yemen. Nel frattempo, l’entità dei bisogni ha continuato ad aumentare. È probabile che il divario tra mezzi e bisogni umanitari cresca ulteriormente. Ma i paesi donatori che stanno riassegnando gli aiuti umanitari all’Ucraina potrebbero minare altre risposte umanitarie in tutto il mondo.
Da 7,6 a 13,1 milioni di persone in più rischiano di diventare denutrite a causa di ciò che sta accadendo in Ucraina.