Aiuti militari all’Ucraina, escalation, ora la Germania manda i carri armati

La svolta di Ramstein: nel mega-summit militare nella più importante base Usa in Europa il governo Scholz dà il via libera alla consegna dei panzer tedeschi all’Ucraina. 50 tank anti-aerei Gepard appena dismessi dalla Bundeswehr, e forse 88 carri armati Leopard e un centinaio di blindati.
Finisce la resistenza all’escalation del cancelliere Olaf Scholz con la promessa di tenere la Germania fuori dallo scontro frontale con la Russia.

Carri armati tedeschi a Kiev

L’ultima volta che i carri armati tedeschi si erano visti dalle parti di Kiev li comandavano i generali Guderian e Von Kleist. Era il 1941 e Hitler, con la “blitzkrieg” dell’Operazione Barbarossa, in tre mesi aveva conquistato quasi tutta l’Ucraina e vinto la più grande battaglia di accerchiamento di tutti i tempi. Ma si sa, la storia ama i paradossi, e ora gli stessi panzer tedeschi torneranno in Ucraina. Ma per difenderla dai russi. Con una decisione sofferta (e risicata), infatti, il governo del Cancelliere Olaf Scholz ha dato via libera, affinché siano trasferiti, all’esercito di Zelensky, una cinquantina di carri “Gepard”. Inoltre, gli artiglieri ucraini saranno “istruiti” in Germania all’uso del “PzH 2000”, un tipo di cannone semovente fornito dall’Olanda.

Coinvolgimento Nato sempre più esplicito

Dopo gli obici Usa, l’arrivo degli ottimi tank della Krauss-Maffei, è inutile negarlo, segna un’ulteriore escalation dagli esiti imprevedibili. Ieri, “Der Spiegel” ha ricostruito, minuziosamente, tutta la tormentata vicenda, che ha portato Scholz, obtorto collo, a rimangiarsi la politica di prudenza (e di salvaguardia della sua economia) fin qui seguita. Il Cancelliere è stato ripetutamente attaccato, nelle ultime settimane, da più parti. Ai malumori americani che, inutile negarlo, hanno “pesato” sull’atteggiamento degli alleati europei, si sono unite anche le critiche dell’opposizione cristiano-democratica e, persino, quelle all’interno della stessa coalizione di governo.

‘L’inversione a U’ tedesca

L’annuncio della decisa “sterzata” tedesca, verso una strategia di confronto bellico più intenso con la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina, è stato dato dalla stessa Ministra della Difesa, Christine Lambrecht (SPD). Parlando a Ramstein, alla Conferenza di coordinamento degli aiuti all’Ucraina (Security Consultative Group), dove gli Usa hanno riunito 44 Paesi, la Lambrecht ha confermato quella che il “Financial Times” definisce “una inversione a U” rispetto al recente passato. Il quotidiano britannico, che evidentemente dà un’importanza straordinaria alla notizia, tanto da “aprire” l’edizione on-line, aggiunge che “il Cancelliere tedesco Scholz ha resistito per settimane alle richieste del Paese di consegnare armi pesanti come i carri armati e mezzi corazzati per il trasporto truppe”.

Rischio confronto diretto Nato Russia

Secondo il FT, per Scholz una tale mossa avrebbe potuto innescare un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia, fino ad arrivare a una guerra nucleare. Per questo si era rifugiato, pilatescamente, nel protocollo noto come “l’Ucraina ordina e la Germania paga”. In sostanza, i fabbricanti di armi tedeschi preparavano un “menu à la carte” di bombe, missili, mitragliatrici, carri armati e cannoni. Gli ucraini sceglievano quello di cui avevano bisogno e il governo rosso-verde-liberale di Scholz passava alla casa a pagare.

Berlino a spinta e la ‘finestra di opportunità’

Adesso, però, a Berlino hanno cambiato idea. O li hanno costretti a cambiarla e i panzer li portano loro, direttamente a domicilio. La verità è che gli Stati Uniti stanno premendo sull’acceleratore, perché forse vedono quella che, strategicamente, si chiama “finestra di opportunità”. Non si aspettavano, nemmeno loro, le palesi difficoltà operative dell’esercito di Putin, ma ora ne vogliono approfittare. Al volo. A Ramstein hanno riunito tutti quelli che potevano riunire, continuando ad alzare la posta. Un gioco sicuramente rischioso.

Comando Usa in Europa

In un certo senso, anche se eravamo in Germania, il Capo del Pentagono, Lloyd Austin, è come se avesse fatto da padrone di casa. Ha detto, corto e netto, che “i Paesi occidentali continueranno a muoversi in cielo e in terra, per fornire agli ucraini le armi per difendersi”. Un appello (un po’ contraddittorio per la verità) è stato poi lanciato dal generale Mark Malley, capo degli Stati maggiori congiunti delle forze armate Usa. L’atto ufficiale ha sostenuto che l’esito della guerra in Ucraina “dipende dalle persone che ci sono in questa stanza”, nel senso che bisogna fornire più armi a lungo raggio. Un’azione che va fatta velocemente, “perché il tempo lavora contro l’Ucraina”.

Contraddizioni logiche e tattiche

Beh, veramente noi pensavamo che fosse il contrario, perché Biden, Stoltenberg e la Von der Leyen ci hanno sempre detto che le sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia. Invece, oggi scopriamo che non è vero e che la guerra bisogna vincerla sul campo. Ma una guerra “per procura”, nello scenario attuale, può essere vinta dall’Ucraina sul campo? Una risposta onesta, anzi, di buon senso, a questa domanda è la chiave di tutte le strategie future. Facciamo un ragionamento elementare. Chiunque abbia studiato la logica dell’escalation militare (lo si può fare applicando la “Teoria dei giochi”), saprà che, talvolta, un’azione può provocare una reazione disuguale e contraria.

‘Teoria dei giochi’ e quella del Caos

Questo scarto, questa asimmetria, può essere sottovalutata e crescere in modo esponenziale. Fino a diventare praticamente ingestibile. È quello che è successo nella crisi di luglio del 1914, che ha portato l’Europa alla Prima guerra mondiale. Ergo: un po’più di cultura e di amore per la vita e meno supponenza, forse aiuterebbero tutti. In fondo, sembra un paradosso, ma la Teoria del Caos e quella delle Catastrofi, prese a prestito dalla scienza, ci possono liberare dal caos e dalle catastrofi generati dalla politica.

I tank anti-aerei Gepard appena dismessi dalla Bundeswehr

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