
«Parecchi di coloro che contestano gli aiuti all’Ucraina ritengono irrilevante che in Russia ci sia un regime non democratico».
Questo l’attacco del caffè sul Corsera di Gramellini. Quattro righe che contengono il tutto, mostrando in controluce il livello pazzesco dell’intrattenimento nostrano fatto di amici o nemici, bianco o nero. Senza conoscenze, senza storia, solo estremismo del banale. Così funziona.
Prendi un concetto ad capocchiam: ‘parecchi di coloro che contestano gli aiuti all’Ucraina‘.
Aggiungi una definizione disegnata su misura dell’avversario politico imbecille e ideale: ‘ritengono irrilevante che in Russia ecc. ecc‘.
Ed ecco pronto il sermone tagliato e cucito sul suo condominio immaginario di giornalista che guarda solo la tv, ascolta solo se stesso quando parla in tv, legge solo i suoi caffettini, e parla col direttore e mai con i sottoposti.
Aiuti al popolo ucraino? Non ho sentito neanche una delle persone che conosco criticare gli aiuti. Anzi, i pacifisti che conosco sono tutti in viaggio per portarne… Se avesse scritto armi avrei potuto dire che, legittimamente in democrazia, si può avere un’idea diversa su guerre e pace.
Ma poi questo dover disegnarsi l’avversario che “considera irrilevante l’assenza di democrazia”, è penoso.
In democrazia, nel rispetto dell’altro, esistono le idee diverse, altrimenti siamo nell’area Putin (come logica informativa). Costruirsi l’avversario ottuso e ideale è una roba da regime.
E non ho neanche letto il resto, viste le premesse. Perché questo continuo tintinnare di sciabole da intrattenimento tutto elmetto, pantofoline mimetiche e certezze assolute basate su pregiudizio, comincia a darmi sui nervi.