Dopo oltre due anni l’Italia non sarà più in stato di emergenza Covid, di conseguenza decadono il Comitato tecnico scientifico e la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo: al loro posto ci sarà una unità operativa ad hoc, “per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto alla pandemia”, operativa fino al 31 dicembre.
La road map per la normalità. A maggio via anche le mascherine. Smartworking fino a giugno, avverte l’ANSA. Ma andiamo a vedere nel dettaglio per non sbagliarci domani mattina. Non sarà più necessario avere almeno il Green pass base per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. Per la ristorazione al chiuso, al banco o al tavolo, servirà il pass base. Stop al certificato anche sui bus e in generale sui mezzi di trasporto pubblico locale, dove proseguirà l’obbligo di indossare le mascherine fino al 30 aprile. Dal primo aprile decade, inoltre, il limite alle capienze nelle strutture e dunque anche negli stadi – dove per accedere sarà richiesto il Green pass base – sarà possibile occupare il 100% dei posti.
Tramonta anche il sistema dei colori, ma il monitoraggio proseguirà. Chi è entrato in contatto con un caso positivo al Covid, anche se non vaccinato, non dovrà più osservare la quarantena. Resterà in autoisolamento solo chi ha contratto il virus (fino a tampone negativo da eseguire dopo almeno sette giorni, o dieci per i non vacciati), mentre per gli altri vale il regime dell’autosorveglianza per 10 giorni: potranno uscire e andare al lavoro ma indossando la mascherina Ffp2.
Cambiano le regole anche a scuola: andranno in Didattica a distanza solo i positivi. Se i contagi in classe sono più di 4, si farà comunque lezione in presenza ma tutti dovranno indossare la mascherina Ffp2 per 10 giorni (normalmente è obbligatoria quella chirurgica). I ragazzi potranno tornare in gita. E i professori non vaccinati potranno andare a scuola, ma non insegnare.
Termina l’obbligo del Green pass quasi ovunque. Fino al 30 aprile per alcune attività come mense, concorsi pubblici e colloqui in carcere, oltre ai trasporti a lunga percorrenza, sarà infatti ancora obbligatorio in versione base. Quello rafforzato resterà in vigore fino al 30 aprile per centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso. Via anche l’obbligo delle mascherine nei luoghi al chiuso e sui mezzi di trasporto.
Decadono gli obblighi vaccinali per il personale scolastico, militari, agenti di polizia e soccorso pubblico, polizia locale, dipendenti dell’amministrazione penitenziaria e in generale lavoratori all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori, personale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Queste categorie sono già tornate al lavoro dal 25 marzo (giorno dell’entrata in vigore del decreto) con il Green pass base facendo il tampone antigenico ogni due giorni. L’obbligo di vaccino resterà in vigore oltre questa data soltanto per il personale sanitario e Rsa.
E’ il termine fissato per il ritorno in ufficio in presenza nell’ambito privato. Fino a quella data ci sarà la possibilità di ricorrere al cosiddetto ‘lavoro agile’ nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore.
E’ l’ultima scadenza del calendario. Fino ad allora resterà in vigore l’obbligo di vaccino per il personale sanitario e delle Rsa. E le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e residenze socio assistenziali saranno consentite solo con il Super Green Pass.
Secondo il rapporto Oms, riferito al periodo14-20 marzo riportato parzialmente dal Lab del sole 24, ci troviamo di fronte alla seconda settimana consecutiva di crescita epidemica planetaria, con 12.384.300 casi (+8,56%), sia pure con un -23,5 in meno di decessi (32.959 decessi). Ma è noto che la curva dei decessi segue quella dei contagi con qualche settimana di ritardo.
I Paesi più colpiti come numero assoluto di infezioni sono stati: Corea del Sud (2.817.214 nuovi casi; +34% sulla settimana precedente); Vietnam (1.888.694; +13%); Germania (1.538.666; +14%); Francia (582.344; +39%) e Australia (513.388; +161%).
Se invece guardiamo ai numeri assoluti del pianeta terra vediamo (fonte John Hopkins University) che siamo pervenuti ad oltre 487 milioni di contagiati. Dall’inizio dell’epidemia riscontriamo oltre 487 milioni di persone colpite dall’infezione con 6 milioni e 140mila decessi.
Quello che più risulta allarmante è che i paesi messi peggio sono spesso quelli dell’estremo oriente che parevano finora esenti dai picchi più acuti del contagio e anche paesi come l’Australia che parevano essere tutelati dal loro isolamento geografico. Per non parlare di Hong Kong, sulla cui impreparazione a prevedere la più recente ondata non manca la documentazione.
Ad avvalorare l’ ipotesi, che tale rimane, si può dire che anche in Italia, negli ultimi mesi, le regioni di gran lunga maggiormente colpite sono quelle del centro sud, relativamente periferiche, come Calabria e Umbria e zone come il leccese, in passato non sempre tartassate dal virus. Al contrario la provincia con un’incidenza settimanale più bassa , insieme a Cuneo, é Bergamo, sulle cui tragiche vicende passate non è purtroppo necessario rinfrescare la memoria.
Che l’onda più pesante sia comunque passata e che ci troviamo nelle prossimità di uno di quei picchi (o plateau) cui segue una benefica discesa?. Può essere, ma ancora i dati dell’ Australia denunciano una propensione alla crescita e qualche ulteriore segnale di ripresa dovuta alla varianti di omicron viene qua e là denunciato.
Tana liberi tutti dunque? Beh, a voler essere ottimisti ripieghiamo sul Manzoni, “Adelante con Juicio…si puedes”