
Gli HGV sono in grado di distruggere strutture leggermente corazzate o sotterranee con le onde d’urto che generano all’impatto e che possono anche propagarsi per decine di metri sottosuolo; un HGV di massa elevata (> 1250 kg) può penetrare uno spessore di 30-4cm di cemento e quindi essere efficace contro un silo missilistico se colpito con alta precisione.
Lo sviluppo dei mezzi ipersonici dai progressi nelle tecnologie dei veicoli spaziali e dei missili balistici e dalla progressiva riduzione del loro costo; la crescita della spesa militare nelle maggiori potenze e la propensione alla ricerca nelle agenzie governative, nel mondo accademico e nel settore privato hanno ulteriormente contribuito a creare opportunità per le soluzioni tecnologiche.
«Esistono pochissime informazioni ufficiali sulle dottrine militari relative alle armi ipersoniche e ciò rende difficile intuirne i possibili scopi».
«… la quota di volo endo-atmosferica e le modifiche della traiettoria rendono le armi ipersoniche individuabili dai radar solo quando sono ormai vicine ai loro obiettivi, a differenza dei missili balistici, che possono essere osservati e seguiti quando sono ancora nella fase di volo eso-atmosferica». «L’involucro di plasma che li avvolge e che blocca le onde elettromagnetiche».
Cina, Russia e Stati Uniti stanno dando alta priorità allo sviluppo della tecnologia ipersonica di applicazioni militari sia strategiche sia tattiche. «Le informazioni disponibili a osservatori indipendenti sui vari progetti dichiarati e sulle loro caratteristiche operative (portata, velocità, carico utile, tipi di piattaforma e implementazione) sono estremamente scarse».
Gli attuali progetti americani per lo sviluppo di armi ipersoniche risalgono al 2003, nel programma Conventional Propt Global Strike dell’amministrazione di George W. Bush, obiettivo, colpire qualunque punto della terra entro “minuti o ore”, senza il ricorso a basi avanzate, ossia con lanci dal territorio americano.
L’amministrazione Trump ha rilanciato lo sviluppo di tali armamenti e la 2018 National Defense Strategy identificava le armi ipersoniche come una delle tecnologie chiave che “[assicurano che gli Stati Uniti] saranno in grado di combattere e vincere le guerre del futuro“
La Russia ha condotto ricerche sulla tecnologia delle armi ipersoniche sin dagli anni ’80, ma ha accelerato i suoi sforzi in risposta agli schieramenti americani di difese anti-missile e in risposta al ritiro degli Stati Uniti dal Trattato sui missili anti-balistici nel 2001.
L’obiettivo russo è la creazione di forze strategiche non intercettabili dagli americani e quindi in grado di garantire comunque la capacità di reazione a una provocazione nucleare.
Attualmente la Russia è il solo paese che abbia dei sistemi ipersonici già dichiarati operativi, l’HGV Avangard (Project 4202 o Yu-74) e il missile balistico manovrabile Kinzhal (Kh-47 M2) […]
La parte cinese sostiene che il motivo più importante per dare la priorità allo sviluppo della tecnologia ipersonica è per contrastare minacce alla sicurezza da parte di tecnologie militari statunitensi sempre più sofisticate…
La Cina mantiene una politica di voluta opacità sulle proprie forze e politiche militari e le informazioni sulle armi ipersoniche sono desunte sulle basi di fonti indirette.
L’HGV Xingkong-2 (o Starry Sky-2) con fusoliera a cuneo e sistemi avanzati di protezione termica nel 2018 ha raggiunto la velocità di Mach 5,5 a una quota di 29 km, per poi colpire l’obiettivo dopo ampie manovre.
I principali programmi sono quelli di Australia, Francia, Giappone, India e della Comunità Europea, con intense collaborazioni, che portano a ulteriore diffusione delle tecnologie ipersoniche. L’India ha collaborato con la Russia e sta sviluppando un suo programma Hypersonic Technology Demonstrator.
La Francia è impegnata nella ricerca sulla tecnologia ipersonica dagli anni ’90, sia per modernizzare il proprio arsenale nucleare sia per mantenere una parità tecnologica con gli Stati Uniti, anche nella prospettiva di esportazioni sul mercato internazionale.
Il governo australiano sostiene molte collaborazioni con laboratori militari americani nel campo ipersonico; Il Giappone sta sviluppando con significativi finanziamenti due progetti militari. L’Unione Europea ha in corso tre principali programmi allo sviluppo delle tecnologie ipersoniche, con un importante ruolo della Germania e del Regno Unito.
Ricerche ipersoniche non governative sono presenti in istituti di ricerca, università e industrie anche in Brasile, Canada, Corea del Sud, Iran, Israele, Pakistan, Singapore e Taiwan.
La proliferazione di armi ipersoniche trova limitazioni dai regimi di controlli sulle esportazioni, cui aderiscono su basi volontarie i principali paesi produttori di tecnologie duali (civile e militare).
Le armi ipersoniche creano nuove sfide al già precario equilibrio strategico globale, aumentando i rischi di escalation del confronto militare in caso di crisi, non essendo per ora comprese tra le armi proibite come, ad esempio, quelle chimiche o batteriologiche.
Sono state avanzate proposte per un accordo internazionale che istituisca una moratoria o il divieto di test delle armi ipersoniche, per prevenire una potenziale corsa agli armamenti e preservare la stabilità strategica ma esistono forti dubbi sulla loro efficacia.
Dopo anni in cui la politica del controllo degli armamenti è stata messa in crisi e la tensione fra le potenze nucleari è andata sempre crescendo fino a un livello estremamente pericoloso, è necessario un rallentamento generale della corsa agli armamenti e un riesame degli enormi arsenali militari, inclusi i progetti in corso, per rafforzare la stabilità a livello strategico e regionale al fine di ridurre il rischio nucleare.
Tutti i paesi devono convincersi che la sicurezza delle popolazioni non si si può ridurre