«I nervi a pezzi dei trumpiani», titola il Foglio, non accusabile di partigianeria di sinistra. Per contrastare Biden, i repubblicani inciampano nella loro stessa ideologia. Una trentina di deputati repubblicani americani hanno votato contro lo stanziamento di 13,6 miliardi di dollari in aiuto umanitario e militare all’Ucraina. «Questi stessi repubblicani che dicono che bisogna fare di più per sostenere l’Ucraina, che Joe Biden è debole e in ritardo». Ora la Casa Bianca ha gioco facile a rispondere, anche se in quei 1500 miliardi per ristrutturare l’America post pandemia, gli aiuti all’Ucraina erano solo di abbellimento.
«I repubblicani in realtà attraversano una crisi più profonda», costretti a condividere oggi la politica di Biden rinnegando quasi tutta la politica estera trumpiana: «togliere fondi alla Nato, credere più a Putin che alla propria stessa intelligence, considerare Crimea e Donbas territori russi. Questo è quel che ha fatto Trump quando era presidente, e pure se tra i repubblicani il filoputinismo alimentato dal loro ultimo presidente è pressoché finito». Ora costretti a decidere se fare opposizione a Biden perché è troppo cauto contro Putin «o se sostenere Biden nella sua politica di soffocamento economico di Putin».
«Se le cose stanno come vengono oggi spiegate, per l’Ucraina e la Russia è in gioco la sopravvivenza, per l’una ad opera della Russia, per l’altra ad opera degli Stati Uniti», sostiene Raniero La Valle, «è fuori della realtà che Zelensky e Putin si siedano a un tavolo e aggiustino la guerra e il mondo». Inverosimile, salvo che al tavolo si siedano Putin e Biden. «Anzi è tanto verosimile che già ci stanno, anche se virtualmente per uccidersi». «Se vogliamo tornare a una realtà non virtuale bisogna abbandonare quel racconto della guerra in cui tutti fanno finta di credere e che non è quello vero e unico».
«I giornalisti che dovrebbero capire e spiegare i fatti come sono veramente», insiste il pensatore cattolico, senza tifoserie di appartenenza (e senza Mosca vietata dalla Rai, Ndr). «La guerra non è tra Russia e Ucraina. La guerra è tra la Russia e gli Stati Uniti, anzi per essere ancora più veri è tra lo schieramento dei partecipi alle sanzioni sotto la guida americana e la Russia».
«In ballo c’è l’assetto del mondo, dopo l’uso perverso della fine dei blocchi, tra gli Stati Uniti che vogliono il comando e tutto “il secolo americano” per sé, la Russia che non vuole essere messa ai margini o esclusa addirittura dal mondo e dalla storia, e la Cina che aspetta. L’Ucraina non c’entra niente anche se oggi paga per tutti e questa è la ragione principale della nostra pietà e del nostro dolore per lei, che è stata gettata da tutte le parti nella fornace senza alcun bisogno».