Cosi l’Ucraina sta cambiando l’Europa e il mondo. Prima la Germania

Tra atrocità vere e guerra di propaganda, l’orrore e la speranza corrono paralleli. L’orrore esibito con qualche forzatura da chi la guerra la vive da lontano con tifoseria, e le vittime civili ormai ridotte a scudi umani in una guerra che sta cercando il suo crudele finale.
Quando finirà, che Ucraina e che Europa si troveranno a convivere? Piero Orteca sulla crisi seminascosta che già colpisce la Germania. Massiccio riarmo, avanti con carbone e gas mentre i Verdi approvano la svolta di Scholz. L’Italia insegue.

La guerra che sta cambiando il mondo

La guerra in Ucraina sta cambiando il mondo. Ma, prima di tutto, ha già completamente rivoltato gli assetti geopolitici europei. Equilibri, scenari e prospettive, che si ritenevano ormai consolidati da quasi un trentennio, sono entrati improvvisamente in fibrillazione. La “blitzkrieg” malriuscita di Putin, ci ha scaraventati, diritti filati, nel ruvido mondo della “realpolitik”. Un mondo “canaglia”, fatto apposta per fare scomparire i sogni e demolire le ideologie che li alimentavano.

La Germania socialdemocratica di Scholz

Un esempio a caso? La Germania socialdemocratica di Scholz, sostenuta dagli ambientalisti “duri e puri” di Annalena Baerbock, con una “spruzzata” di saggio liberalismo renano. Quello del Ministro delle Finanze, Lindner. Il problema è che anche i tedeschi, come il Presidente Usa Joe Biden, si sono ritrovati nel mezzo di una tempesta perfetta.

La tempesta perfetta

Nell’ordine: pandemia, crisi della domanda, stagnazione economica, ripresina, crisi da rialzo dei prezzi di materie prime e semilavorati, boom dei costi energetici, inflazione. E, in cauda venenum, guerra. Quasi davanti alla porta di casa. Scomparsa dalla scena politica Angela Merkel, il nuovo governo è stato praticamente catapultato nell’emergenza fin dall’inizio. Così l’economia, che già arrancava, ha cominciato ad ansimare.

Germania per la prima volta ultima

In Germania, l’anno scorso, il Pil è “rimbalzato”, in media, solo dell’1,8% (ultimo posto nell’Unione). Ma ciò che deve far pensare di più, sulle prospettive del sistema-Paese, è il clamoroso -1,4% del Pil nell’ultimo quarto del 2021. Se a questo quadro aggiungete l’inflazione che viaggia tra il 5 e il 6%, allora capirete tutte le palesi incertezze iniziali di Scholz, nell’affrontare la spinosa questione ucraina. È stato l’unico leader di un certo peso che ha avuto il coraggio di dire quello che tutti pensano: l’ingresso di Kiev nella Nato “non è una questione attuale”.

La resa tedesca

Oltre al doveroso impegno morale contro la guerra, da ex Ministro delle Finanze, Scholz vede benissimo il pericolo dei “danni collaterali” derivanti dal conflitto. Pressato da Washington e da Bruxelles, il Cancelliere tedesco, alla fine, si è dovuto arrendere. A modo suo. Ha lottato fino a quando ha potuto per salvare il gasdotto Nord Stream 2, ma gli americani gli hanno posto l’aut aut. E infine ha dovuto cedere, anche se, secondo noi, non è ancora detta l’ultima parola. Perché l’approvvigionamento energetico è il grande tallone d’Achille della Germania.

Le alternative del diavolo

Per ora, le tre centrali nucleari, destinate a chiudere, resteranno in funzione. Così come gli impianti che vanno a carbone, altamente inquinanti, ma che in questo caso possono essere considerati “di interesse strategico”. Nessuno vuole rischiare la crisi sociale, ci pare di capire, sull’altare dell’eroismo ambientalista. Ma la vera domanda è un’altra. Berlino è favorevole a imporre ancora più drastiche sanzioni economiche sulla Russia, bloccando le importazioni di gas e di petrolio? All’inizio della crisi, il “no” era pieno. Ora potrebbero essere cambiate tante cose, anche se gli specialisti del settore mettono le mani avanti.

Incubo energia

“RWE”, la società tedesca che è la più grande fornitrice di energia, lancia l’allarme. Il “Financial Times” scrive che secondo l’amministratore delegato, Markus Krebber, il blocco delle forniture (50% del totale nazionale) causerebbe “disagi immediati alle famiglie e danni strutturali all’intero sistema produttivo”. Krebber sostiene che, nel tempo, bisognerà puntare massicciamente sulle rinnovabili, per svincolarsi dalla dipendenza russa. Per ora, saranno velocemente costruiti altri rigassificatori, per trattare il GNL refrigerato, importato via nave.

Svolta sicurezza

Si diceva del cambiamento epocale nella strategia di sicurezza tedesca. “Der Spiegel International”, a questo proposito, dedica un report a quella che viene, unanimemente, considerata la mossa a sorpresa del Cancelliere Scholz: la decisione di riarmare la Germania. Dopo aver perso due guerre mondiali e avere subito una dolorosa scissione, i tedeschi avevano, inconsciamente, messo da parte qualsiasi visione della sicurezza che contemplasse l’uso della forza. Per l’esercito, insomma, facevano il minimo indispensabile. L’invasione dell’Ucraina è stata un trauma “psico-politico”. Proprio su “Der Spiegel”, lo scorso 9 marzo, è apparso un resoconto molto dettagliato sui retroscena che hanno portato Scholz a far destinare 100 miliardi di euro al potenziamento della Bundeswehr.

La Germania in crisi riarma

Il piano finanziario è poliennale, ma creerà altro debito, non per comprare burro, come si diceva una volta, ma obici e bombarde. Bene, e i Verdi (ambientalisti, pacifisti e giustamente votati al welfare) come se la caveranno, stretti tra cotanto carbone e le nuove “panzerndivisionen”? Risponde per tutti la Ministra degli Esteri, Baerbock: “Se il nostro mondo ora è un posto diverso, allora anche le nostre politiche devono essere diverse”. Peccato, però, che il mondo sia ormai talmente complesso da cambiare ogni mattina.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro