Due settimane di massacro, popolazione ucraina allo stremo, isterie aeree della Polonia

Gli Stati Uniti rifiutano la proposta della Polonia sui jet da girare a Kiev. Primo Blinken a ventilare la triangolazione dei Mig 29 da Varsavia alla base americana in Germania e poi in Ucraina. Il Pentagono boccia: «La prospettiva di jet che partono da una base Usa e Nato in Germania per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato».
L’Armata russa, nonostante le difficoltà sta procedendo simultaneamente da nord, da est e da sud, dove guadagna posizioni più rapidamente.
Il presidente dell’Ucraina Zelensky, parlando alla Camera dei Comuni di Londra, ha detto che «combatterà fino alla fine», ma si è anche detto pronto a un «compromesso» con i russi su Donbass e Crimea.
Sanzioni: Usa e Gran Bretagna hanno annunciato il blocco dell’import di petrolio e gas dalla Russia.

Politica sull’orlo dell’isteria

Dopo averla in qualche modo sollecitata, gli Stati Uniti rifiutano la proposta della Polonia di trasferire i suoi vecchi aerei Mig 29 nella base Usa di Ramstein in Germania per poi finire in Ucraina con tutte i rischi che questo potrebbe comportare sul fronte delle reazioni di Mosca. Rischio di scontro diretto tra Nato col trucco e l’aviazione russa. Dall’incidente ella guerra in un colpo solo. Lo dice apertamente il portavoce del Pentagono John Kirby. «La prospettiva di jet che partono da una base Usa e Nato in Germania per volare nello spazio aereo conteso tra Russia e Ucraina solleva serie preoccupazioni per l’intera alleanza Nato».

Il Pentagono si sfila, la Russia avverte

Poi il Pentagono cerca di tirarsene fuori con l’ovvietà bugiarda: «La decisione se trasferire gli aerei di proprietà polacca in Ucraina spetta in definitiva al governo polacco». La Russia è più diretta e minacciosa. Il ministero della Difesa russo, che rivendica di aver distrutto “praticamente tutte le forze aeree” di Kiev, ha già avvisato che qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini sarà coinvolto nel conflitto: «Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l’uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato».

Zelensky, addio alla Nato

Collegato via web con Londra, il presidente Zelensky ha citato i passi del discorso di Churchill durante la seconda guerra mondiale- «Combatteremo nelle foreste, nei campi, sulle spiagge e per le strade» – per scagliarsi poi sulla ‘eccessiva freddezza della Nato’, ribadendo ancora una volta la richiesta di una ‘no fly zone’, già scongiurata da tutti come dichiarazione di guerra a Mosca. Ore prima, in un’intervista all’Abc, aveva dichiarato di «aver raffreddato molto tempo fa il suo entusiasmo per un’adesione alla Nato dopo aver capito che la Nato non è pronta ad accettare l’Ucraina». Ad averlo pensato prima, lui e noi, la Nato e gli Stati Uniti, forse avremmo potuto evitare questa tragedia.

‘Trattativa su Crimea e Donbass’

Dopo la critiche alla Nato e il suo indiretto rifiuto, un mossa politicamente molto accorta, Zelensky ha dichiarato la sua disponibilità discutere con Mosca degli status di Crimea e Donbass. «L’apertura a un nuovo round di trattative, magari mediato da Francia e Germania con l’ausilio della Cina, dopo l’incontro virtuale di ieri tra Berlino Parigi e Pechino, con un importante avallo cinese all’Europa», segnala Valter Pieranni sul manifesto.

Più Europa e Asia, meno America?

«La Cina apprezza gli sforzi di Francia e Germania per mediare ed è disposta a mantenere la comunicazione e il coordinamento con Francia Germania e Ue e a svolgere un ruolo attivo con la comunità internazionale secondo le esigenze di tutte le parti interessate. […] La Cina ha presentato un’iniziativa in sei punti sulla situazione umanitaria in Ucraina ed è disposta a fornire ulteriori aiuti umanitari al paese».

Zalensky americano

Nella serata di ieri, infine, il presidente Zelensky su Twitter ha scritto di essere «Grato nei confronti degli Stati uniti e della leadership del suo Presidente per voler colpire al cuore la macchina da guerra di Putin e per aver messo al bando il petrolio, il gas e il carbone dal mercato statunitense. Incoraggiamo altri paesi e gli altri leader a fare lo stesso».

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