
Certo, la condanna all’aggressione operata da Putin è totale. La guerra è sempre una tragedia. Ma non possiamo con questo dimenticare, o peggio ancora assolvere, la Nato (di cui l’Italia fa parte) dalle sue gravi responsabilità.
«Sono sconcertato dalla decisione del Governo e del nostro Parlamento di inviare armi all’Ucraina. E, ancora di più, resto senza parole leggendo le dichiarazioni del nostro ministro della difesa, Lorenzo Guerini, su La Stampa di oggi, che oltre a ritenere uno scenario possibile una guerra che può durare 10-20 anni, alla domanda del giornalista sulla decisione della Germania di aumentare le spese militari fino al 2% del Pil, risponde: “Noi abbiamo un trend in crescita da quando sono ministro: da settembre del 2019 a oggi, il bilancio della Difesa è cresciuto di oltre 3 miliardi e mezzo, siamo all’1,4% del Pil. Si tratta di fare più investimenti per presidiare un pezzo della nostra sovranità nazionale e tecnologica”».
Tariq Ali, una figura di spicco della sinistra internazionale dagli anni ’60, origine pachistana, naturalizzato britannico. Forse uno spunto per una lezione di politica ed economia al suo Exeter College a Oxford.
«I politici europei dell’estremo centro (centrodestra e centrosinistra) si sono compattati dietro la Nato come una forza del bene. Il centrosinistra sembra essere ancor più propenso al bellicismo del centrodestra. Un manto di conformismo ricopre il continente. Non si trova alcun sognatore. Nel frattempo i rifugiati africani e indiani che fuggono dalla guerra in Ucraina non vengono lasciati entrare o vengono assaliti e abusati. Le guerre della Nato in Yemen e Somalia continuano mietendo più vittime di quelle in Ucraina sinora. E, naturalmente, i paesi Nato supportano inequivocabilmente la continuata occupazione israeliana della Palestina. Le vite non bianche non hanno grande importanza a “Natoland”».
«L’Unione europea si è dimostrata incapace di fermare l’espansione della Nato, mentre negli Stati uniti commentatori sia liberali che conservatori sostenevano che la logica di questa espansione sarebbe stata il conflitto con la Russia. Le rubriche di Thomas Friedman degli ultimi giorni sono critiche nei confronti della Nato. Altrettanto lo è Henry Kissinger. E la scorsa settimana Ted Galen Carpenter del Cato Institute ha scritto: “E’ evidente da molto tempo che l’espansione della Nato condurrebbe a una tragedia. Stiamo pagando il prezzo dell’arroganza Usa”».
«A differenza della maggior parte dei politici e dei commentatori dell’Ue, Carpenter e altri analisti americani non devono nascondere il fatto che la Nato è uno strumento delle politiche imperialiste americane. L’espansione della Nato e dell’Unione europea hanno reso ogni tentativo di indipendenza della Ue da Washington come un sogno a base di marijuana. Sono consapevoli di chi comanda. Sanno chi dirige lo spettacolo».
«La guerra di Putin sta andando male. L’intento di creare uno stato fantoccio russo sul modello dei paesi satellite Usa/Nato nel resto dell’Europa dell’Est sembra naufragato. La popolarità di Zelensky è alle stelle. Ciò che ora probabilmente accadrà è una partizione dell’Ucraina, i cui termini prima o poi dovranno venire negoziati. Le mode della Nato cambiano. Putin un tempo era un amico, lodato da Clinton e Blair per i suoi “successi” nella sconfitta dei ceceni, e ringraziato da Washington per aver consentito che le basi militari ex sovietiche venissero usate per la conquista dell’Afghanistan. Oggi Putin è il male incarnato. E domani?»
«Nel frattempo, la “civiltà occidentale” è al suo apice di stupidità nel momento in cui un’università italiana cancella una lezione su Dostojevsky, o con i musicisti russi sotto attacco, eccetera». (https://www.remocontro.it/2022/03/02/i-terrapiattisti-cancellano-dostojevski/)
Troppa omologazione di ‘pensiero’, soprattutto nel coro tv, ma anche politico, è la critica dietro le parole coraggiose del vescovo e dell’intellettuale laico. In Russia, per evitare fraintendimenti, è decisamente molto peggio.
Pensiero unico con legge dello Stato
La Duma vota una legge che alza da 3 a 15 anni il carcere per chi diffonde «menzogne» sull’Armata. E blocca Facebook e altri social occidentali. E a raffica, la chiusura di Radio Eco di Mosca, l’emittente divenuta famosa per aver documentato in diretta il tentato Golpe del 1991. Ieri mattina, la procura generale ha comunicato alla redazione russa della Bbc che sarebbe andata ‘offline’, assieme al sito di informazione Meduza. Mentre i siti di Deutsche Welle e di radio Liberty, non ancora vietati da un provvedimento ufficiale, risultano ormai inaccessibili.