I micidiali droni turchi contro i convogli russi e la corsa agli armamenti

I droni Bayraktar TB-2 turchi impiegati dall’Ucraina hanno causato perdite gravi ai russi ma i suoi successi non fermeranno le forze di Mosca. Serviranno piuttosto ad incrementare i profitti dell’industria bellica Baykar. La ondivaga politica turca e la corsa al riarmo nel mondo.

Il drone turco Bayraktar TB-2

La letale efficacia dei droni turchi Bayraktar TB-2, contro i convogli con i rifornimenti per i reparti di attacco russi, è stata addirittura cantata da un gruppo di musicisti ucraini. «Mercoledì una nuova spedizione di Bayraktar sarebbe giunta in Ucraina e, afferma il ministero della difesa di Kiev, i droni sono già operativi assieme ai sistemi di difesa aerea portatili Fim-92 Stinger e ai razzi anticarro Fgm-148 Javelin forniti da vari paesi», segnala Michele Giorgio sul manifesto.

Il drone contro l’elettronica

Ankara aveva consegnato prima della guerra tra sei e venti Bayraktar alle forze armate ucraine. Dubbi teorici sull’efficacia di quell’arma contro una potenza militare con capacità di guerra elettronica e sistemi di difesa aerea all’avanguardia. Ma i risultati contro le forze armate russe smentisce gli esperti. E questo significherà un boom di vendite per la Baykar, l’industria bellica turca con stretti legami con la famiglia del presidente Erdogan, che ha sviluppato il TB-2 dopo che Washington aveva negato alla Turchia il drone Usa Reaper.

‘Solo 1 milione di euro’

«A favorire la vendita del velivolo turco è anche il costo contenuto, poco più di un milione di euro», l’amara ironia.

Arma giovane con già tante guerre alla spalle

I TB-2 si sono già visti in vari scenari di guerra. In Libia furono determinati per fermare l’avanzata del generale Khalifa Haftar su Tripoli. In Siria in pochi giorni fecero strage di mezzi corazzati (e dei loro equipaggi) quando Damasco provò a riprendere il controllo della provincia di Idlib nelle mani di formazioni qaediste e islamiste radicali protette dalla Turchia. Nel Nagorno-Karabakh hanno dato una mano decisiva alle forze azere nella guerra contro l’Armenia. Ora in Ucraina, secondo voci non verificabili, il Bayraktar si sarebbe dimostrato in grado di aggirare i radar e il sistema di difesa Pantsir. In particolare, non soffrirebbe il disturbo dei principali sistemi di guerra elettronica russi come il Krasukha-4.

Gli esperti israeliani

Secondo l’esperto israeliano Tal Inbar, ricercatore alla Missile Defense Advocacy Alliance intervistato dal giornale Haaretz, le riprese video diffuse in questi giorni dall’Ucraina da un lato dimostrano le capacità dei droni turchi ma dall’altro non permettono di capire «la quantità di veicoli russi effettivamente distrutti». E Inbar smentisce che il Bayraktar si basi su tecnologia israeliana passata ad Ankara prima del peggioramento delle relazioni tra i due paesi. «Non è israeliano – ha detto – non è nemmeno lontanamente vicino a ciò che Israele sta producendo». Concorrenza di mercato.

L’ambiguità turca con Mosca

Ovviamente l’efficacia dei Bayraktar sta mettendo in difficoltà le autorità turche che fanno il possibile per non rompere con Mosca pur appoggiando l’Ucraina. «Il ministero degli esteri turco ha precisato ieri che le spedizioni di droni a Kiev sono vendite di una azienda privata e non il frutto di un accordo militare tra Turchia e Ucraina».

Guerra e nuovi arsenali

Il mondo spende duemila miliardi di dollari in armamenti, denunciava ‘mondoeconomico.eu’ poco prima della guerra in Ucraina. Nel 2021 aveva raggiunto l’esorbitante cifra di 2.030 miliardi di dollari. A tirare la corsa agli armamenti Stati Uniti e Cina, che insieme totalizzano metà della spesa globale. L’Italia, con 28,9 miliardi di dollari, è in undicesima posizione, davanti ad Australia e Canada, precisa di Paolo Migliavacca.
Le esportazioni dei 10 maggiori paesi fabbricanti di armi nel periodo 2016-20: Usa 37%, Russia 20%, Francia 8,2%, Germania 5,5%, Cina, 5,2%, Regno Unito 3,3%, Spagna 3,2%, Israele 3%, Corea del Sud 2,7%, Italia 2,2%.

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AVEVAMO DETTO

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