Premessa doverosa per scrollarsi di dosso le mediocri e conformiste polemicuzze pro questo guerrafondaio o pro quell’altro: contro i malati della guerra. E non da oggi, non come mammolette belliciste che ieri tifavano bombe a gogò e oggi, di punto in bianco, piangono per i morti sotto le bombe. Non come i politici delle nostre parti che ieri (probabilmente anche oggi) avrebbero volentieri affondato a cannonate un barcone di bambini disperati; hanno felicemente inventato leggi disumane, hanno osservato curdi e siriani morire congelati alla frontiera polacca e oggi si stracciano le vesti.
L’incoerenza regna sovrana. E noi poveri cittadini semplici, di cuore giusto, ne subiamo le conseguenze sociali, politiche e culturali.
Ma dall’incoerenza stracciona al terrapiattismo ottuso il passo è breve. Adesso essere russi è vietato. Nello sport, nella cultura, nella vita di ogni giorno. Come se essere russi volesse dire essere Putin. Tanto stupida la lettura politica della fase storica che al fotografo Alexander Gronsky, arrestato in Russia mentre protestava contro la guerra, è stata cancellata la mostra prevista a Reggio Emilia. Cavolo, che decisione democratica e artisticamente lungimirante. Ma non solo, al grandissimo Paolo Nori è stato cancellato dall’Università Bicocca il corso su Dostoevskij, per evitare polemiche… Ascoltate su Instagram il racconto di un affranto e sbigottito Nori. Non solo contro i vivi, ma anche contro i morti. E che morti, visto che il grandissimo scrittore russo era stato condannato per le sue posizioni critiche verso il regime dell’epoca.
Nei tempi pavidi e conformisti, dove è meglio sempre allinearsi e coprirsi all’ombra del potere, certe efferatezze fanno riflettere. Stiamo rasentando il ridicolo. Si confondono le acque per meglio annullare quei principi sani di autonomia critica che animano il pensiero libero. Arriveremo anche a bruciare i libri?
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La Bicocca ha fatto retromarcia con un breve comunicato della rettrice Giovanna Iannantuoni. “Nessuna censura. Il corso si terrà come previsto. C’è stato un malinteso in un momento di grande tensione. Dall’idea di questa università non c’è niente di più lontano dalla censura”.