Putin riconosce l’indipendenza di Donetsk e Lugansk e dà l’ordine di difenderle

Con un lungo messaggio alla nazione trasmesso alla tv il presidente russo, dopo aver riconosciuto l’indipendenza dei separatisti del Donbass , ha ordinato al suo esercito di garantire la sicurezza di Lugansk e di Donetsk «per il mantenimento della pace». Incerta per ora la presenza di reparti russi oltre la frontiera orientale dell’Ucraina. Con questa decisione, di fatto, la Russia ha deciso il possibile invio di sue truppe all’interno del territorio ucraino: una mossa che per settimane si era sperato di evitare. Sta accadendo quanto si doveva temere: se la Nato si espande ad est, la Russia si trincera ad ovest.

Consiglio di sicurezza Onu

Quando in Italia sono le 3 del mattino si riunisce d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’Onu: «Le prossime ore e giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi», dice il sottosegretario agli affari politici delle Nazioni Unite, Rosemary Dicarlo. «Ci rammarichiamo anche — ha aggiunto — per l’ordine di schierare truppe russe nell’Ucraina orientale, come riferito in una `missione di mantenimento della pace».
Stati Uniti e Unione europea hanno condannato la decisione della Russia e hanno annunciato sanzioni.
Non è chiaro se le truppe di Mosca si limiteranno a entrare nei territori effettivamente controllati dalle due autoproclamate repubbliche, o cercheranno di conquistare quelli che le repubbliche stesse affermano spetti loro di diritto, come il porto di Mariupol, con una invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia.

«Ucraina paese corrotto»

Putin ha definito l’Ucraina un paese corrotto, pilotato dall’estero e nelle mani di bande neofasciste. E ha avanzato, con personali interpretazioni storiche, anche una critica al leninismo. «Il Donbass all’Ucraina è una creatura di Lenin. Loro adesso abbattono le statue di Lenin. La chiamano decomunistizzazione. Volete la decomunistizzazione? Ora la faccio io. Ma non mi fermo a metà. Faccio quella vera». Una volta terminato il discorso, durato cinquanta minuti, Putin ha firmato il decreto di annessione davanti alle telecamere.

Reazioni a evitare la catastrofe

Il presidente americano Joe Biden ha firmato l’ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie nel Donbass. Il primo atto delle sanzioni, che si inasprirebbero davanti a ulteriori passi avanti del governo russo. Reazione sostanzialmente moderata.
La replica dell’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia , lascia a sua volta qualche spiraglio aperto: «Sembra che alcuni colleghi del Consiglio di Sicurezza siano pronti a seppellire gli accordi di Minsk. Rimaniamo aperti alla diplomazia e a una soluzione diplomatica ma non permetteremo nuovo bagno di sangue nel Donbass».
L’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, alla riunione d’emergenza: «Siamo impegnati per la strada diplomatica ma siamo sulla nostra terra, non abbiamo paura di niente e di nessuno. Non daremo via niente a nessuno».

Accordi di Minsk traditi e violenze sul campo

Con il riconoscimento delle due repubbliche separatiste segna la fine ormai solo formale dei negoziati con il governo di Kiev per lo status delle due regioni. Accordi firmati a Minsk nel 2015, che l’Ucraina non ha mai voluto portare a compimento nel riconoscere a Donetsk e Lugansk uno status speciale. Il secondo effetto è il probabile ingresso delle truppe russe dentro il territorio delle due repubbliche autonome, su cui non si hanno notizie certe e verificabili, almeno al momento. Opportuno ricordare che quel territorio è da sette anni una vero campo di battaglia con su cui hanno perso tredicimila persone.

Avviso col riconoscimento della Duma

Il capo della diplomazia rossa, Sergei Lavrov, sembra avesse proposto di aspettare ancora qualche giorno per dare la possibilità, probabilmente l’ultima, all’Ucraina di applicare i famosi accordi di Kiev. La Duma ha votato la proposta lo scorso lunedì e del riconoscimento si parlava da giorni. Putin l’ha discussa con il Consiglio di sicurezza una prima volta il giorno seguente. Ma, lo afferma il network americano Bloomberg, le istituzioni europee e quelle dell’Alleanza atlantica non avrebbero preso in considerazione questo scenario nelle decine di riunioni delle ultime settimane.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro