Scontri nel Donbass e coro di allarmismi di invasione attorno

Gli scontri veri, di fatto mai cessati completamente nel Donbass dove lo scambio di colpi sono quotidianità. Attorno, gli allarmi da parte occidentale che appaiono più politici che riferiti ai fatti. Legittimi sospetti insomma, anche se la gran parte della stampa occidentale sembra un coro ad una sola nota. Confusione massima con molti incendiari e pochi pompieri.

Il presidente Usa che rincorre i numeri della truppe russe ai confini moltiplicandole di volta in volta sino a comprendere anche le divise della guardia campestri. E il Europa il Pierino catastrofista Boris Johnson che cerca consensi esteri per rallentare la frana politica in casa. Per fortuna ancora due mediatori oltre la Germania. Macron al telefono con Putin oggi e Draghi presto a Mosca, guerra permettendo.

Le ultime confuse notizie

Telefonata Macron-Putin di 2 ore. L’attivismo diplomatico dell’Eliseo porta a un tenue accordo per interrompere gli attacchi reciproci nel Donbass. a ha chiamato anche l’ucraino Zelensky e il cancelliere tedesco Scholz. Ma il segretario di Stato Usa Blinken -sostenendo di conoscere le vere intenzioni di Putin-, insiste a minacciare. I negoziati potrebbero proseguire nel formato Normandia (Francia, Germania, Russia, Ucraina), che aveva portato agli accordi di Minsk 2, rimasti però inapplicati. L’Occidente sembra unito, ma i toni più forti sono sempre di Usa e Gran Bretagna.

Oltre l’asse Usa Nato

Dopo le ripetute violazioni avvenute tra venerdì e domenica sia da parte delle milizie separatiste sia delle truppe regolari dell’esercito di Kiev, un primo punto a favore della distensione nell’area sembra essere stato raggiunto grazie alle manovre diplomatiche del presidente francese Emmanuel Macron che con ripetuti contatti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e una telefonata di quasi due ore con il presidente russo Vladimir Putin che l’Eliseo ha descritto come l’ultimo tentativo per scongiurare un’invasione russa dell’Ucraina e “una eventuale più grande guerra”. “Vogliamo che si intensifichi il processo di pace. sosteniamo la convocazione urgente di una riunione del gruppo di contatto trilaterale (Ucraina, Russia, Osce) e l’introduzione immediata di un cessate il fuoco”, ha scritto Zelensky su Twitter.

Le contro accuse di Putin

Putin manda a dire che all’origine dell’escalation di queste ore nelle regioni orientali dell’Ucraina sono proprio le “provocazioni” dell’esercito di Kiev. E anche se a Macron ha spiegato di avere “intenzione di ritirare le truppe dalla Bielorussia al termine delle esercitazioni in corso”, l’Eliseo ha sottolineato che “le dichiarazioni delle autorità bielorusse non coincidono al momento con queste dichiarazioni”. E così sembra nei fatti.

Quei brutti tamburi di guerra

Dall’altra parte continua la tambureggiante comunicazione dei Paesi occidentali e in particolare Stati Uniti e Regno Unito sulla possibilità di un imminente precipitare degli eventi e sull’Europa “sull’orlo della guerra“. La Casa Bianca ormai diffonde i rapporti dell’intelligence che, per definizione, dovrebbero restare riservati. Ovviamente solo quelli che più ritiene utili, veri o falsi che siano. Il flusso costante dei dettagli, nelle intenzioni della Casa Bianca, dovrebbe annullare l’effetto sorpresa sul terreno.

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