Stamattina, facendo lezione nella sua piccola aula di clienti in attesa, ha deciso di riprendere la sua rubrica di risposte paradossali a lettere inventate di sana pianta. Così, a memoria, ha citato una lettera ricevuta per caso, quando ancora i postini le portavano a mano, suonando sempre due volte. La lettera: “ Caro barbiere, sono il cugino di Renatino e per vivere interpreto uno dei lavoratori felici di Amazon: vorrei chiederle lumi sulla guerra delle false notizie tra Ucraina e Russia, o per meglio dire tra Biden, quindi Nato, e Putin, con la scusa dell’Ucraina e con la presenza impaurita e sostanzialmente inefficace dell’Europa. Che cosa mi consiglia di fare? Credere alle fake news di provenienza russa o a quelle di provenienza americana? Ignorarle e attendere paziente senza farmi il sangue amaro? Oppure accettare il fatto che la guerra è l’anima del commercio e che funzionerà come moltiplicatore di ricchezze per alcuni e povertà assoluta e morte per altri? Per ora vedo che le bollette sono allegramente rincarate e che l’Eni in compenso fa utili da paura, quindi – penso – lo stato di allerta qualche cosa ha prodotto, e ora che cosa dobbiamo aspettarci? Una prevedibile provocazione? L’arrivo di false flag? Uno stallo da guerra fredda alla faccia della stagione? Lei che conosce l’alchimia e si fida delle mezze stagioni, che cosa mi suggerisce di fare?”
Silenzio. Attesa degli avventori. Risposta alla lettera: “E quindi?
Sicuramente il barbiere alchimista lo è stato in gioventù, attraversando tutti gli stati e gli stadi possibili che l’umano agire e anche il non agire contemplassero. E rurale lo è per scelta. Non per raccomandazione e neanche per casualità. E quindi ha lasciato in sospeso tra i clienti in attesa di un taglio un “e quindi?” In apparenza cosi insensato eppure così intenso e spalancato che il geometra Sorichilli si è alzato a chiudere la porta: “Senti che ventaccio che arriva”. E annusando l’aria: “Grecale?”