Strategia della tensione

Il mondo sull’orlo di una crisi di nervi. La Russia si ritira. No la Russia non si ritira e minaccia ancora l’invasione. Il Donbass: «Colpi di mortaio contro di noi», Kiev: «Bombardato un nostro asilo»: quattro i feriti. La Russia espelle il vice ambasciatore Usa in risposta ad un provvedimento analogo di Washington. Lavrov: «In gioco la nostra sicurezza». Blinken all’Onu: «Mosca sfida l’ordine internazionale». La Cina critica Nato e Stati Uniti. Ci fosse uno di cui potersi fidare, e la tensione che ieri speravamo di fosse allentata torna a condizionare le nostre vite, pandemia di stupidità umana.

La Cia della guerra mancata dell’altro ieri

L’ex capo della Cia Panetta, segretario della difesa di Obama: «La situazione rimane molto pericolosa. C’è la più ampia concentrazione di forze militari in quell’area probabilmente dalla Guerra Fredda: un errore di valutazione, una decisione sbagliata possono scatenare la guerra». «I russi dicono di aver ritirato alcune truppe, ma ci sono indicazioni che stiano mantenendo il grosso delle forze, aumentandole al confine. È difficile prevedere esattamente quello che faranno».

Guerra dei nervi e invasione mancata

«Penso che la strategia di Putin sia stata scompaginata per due motivi: primo, è abituato a operare nell’ombra, ma l’intelligence americana lo ha costretto ad agire apertamente. Secondo, non pensava che avrebbe pagato un prezzo alto nel caso di invasione». L’attacco mancato di mercoledì? «Non sono così sicuro che avrebbero dovuto predire una data precisa. Certo, stavano seguendo i movimenti delle truppe e il fatto stesso che i russi stessero costruendo ospedali da campo suggeriva che si stessero preparando all’invasione».

Allarmi ancora diffusi molto unilaterali

Su La Stampa, ad esempio, si punta sui problemi interni russi che certamente pesano. «Il “niet” russo alle proposte negoziali americane fa tremare la Borsa di Mosca, che torna a precipitare con i nuovi segnali di guerra, per poi sparire subito – letteralmente – dalla circolazione, con il sito del ministero degli Esteri russo che collassa immediatamente dopo e rimane inaccessibile per ore». Allarme anche su Repubblica, «Ucraina, è alta tensione. Mosca: “Reagiremo”. Biden sicuro dell’attacco
La crisi è sul punto di rottura
». Mentre Il Foglio punta sull’astuzia malvagia di Putin, «Che il Cremlino inganni gli interlocutori è procedura standard».

Le paure ucraine su Avvenire

L’Ucraina pronta a rinviare l’adesione alla Nato. «Gli Usa e la Russia devono firmare un accordo che preveda immediate ‘garanzie di sicurezza per l’Ucraina’ mentre per un’adesione di Kiev alla Nato sarà necessario attendere forse anche ’anni’». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista al sito di notizie Rbk Ucraina. «La Nato per il momento è l’unica delle organizzazioni di sicurezza esistenti alla quale l’Ucraina potrebbe aderire”, ha affermato Zelensky, ammettendo tuttavia che per questo “c’è una lunga strada da fare”».
«Nel frattempo, ha aggiunto, devono essere sancite garanzie di sicurezza per Kiev in un’iniziativa che vada oltre il formato Normandia, includendo soprattutto gli Usa e la Russia».

Situazione con lo sconto bugie

Il presidente americano, Joe Biden, ha ripetuto le sue previsioni su una guerra imminente. «Ogni indizio suggerisce che i russi sono pronti ad attaccare», ha detto ai giornalisti prima di lasciare la Casa Bianca per l’Ohio: «La mia sensazione è che accadrà entro i prossimi giorni». Nonostante le previsioni di spionaggio fallite sino a ieri, anche il segretario di stato, Antony Blinken, impegnato in prima persona nelle trattative con i diplomatici russi, ha ribadito che l’attacco avverrà «nei prossimi giorni», e ha scelto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per farlo.
«Minaccia ‘false flag’, e quindi di un pretesto che i russi starebbero costruendo per giustificare un intervento militare», segnala il manifesto.

La replica russa all’Onu

«Com’è accaduto in precedenza, neanche questa volta Blinken ha offerto elementi a sostegno delle sue tesi. La risposta della Russia è stata netta. All’Onu il viceministro degli Esteri Sergei Vershinin ha definito ‘infondate’ le accuse del segretario di stato, e una replica ancora più dura è arrivata da Mosca. ‘Con le sue parole Biden non fa che alzare le tensioni’, ha detto il portavoce del Cremino, Dmitri Peskov, che ha ricordato, poi, il lungo elenco di fallimenti americani nelle valutazioni sull’Ucraina».

Biden e Blinker ora fanno paura a Kiev

«Noi dichiariamo subito che non ci servono militari con bandiere straniere sul nostro territorio», ha detto il presidente, Volodymyr Zelensky, «Non lo chiediamo, perché avrebbe effetti destabilizzanti su tutto il pianeta»

Armi e diplomazia, la poca che resta

«Nonostante gli ingenti aiuti militari ricevuti da Usa e Nato dall’inizio dell’anno, Zelensky mostra giorno dopo giorno di allontanarsi dalla linea dell’Amministrazione Biden. Ieri ha addirittura ricordato che la priorità in questo momento è che gli americani ‘raggiungano una intesa sulla sicurezza con la Russia’» segnala Luigi De Biase.
«Dopodiché, ha rilanciato la proposta di un faccia a faccia con il capo del Cremlino, Vladimir Putin. Per ottenerlo ha chiesto al premier italiano, Mario Draghi, di mediare
». Draghi è atteso a Mosca nei prossimi giorni.


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