
Secondo la tradizione la città di Kiev fu fondata nel V secolo diventando in breve tempo una tappa fondamentale del lungo percorso commerciale che da Costantinopoli e il Mar Nero, attraverso la Crimea e l’attuale Ucraina, giungeva sulle sponde del Baltico. Dal IX secolo al XII la città fu capitale del più antico stato slavo del Medioevo che prese appunto il nome di rus di Kiev. A metà del XIII secolo la città e lo stato furono devastati dall’invasione mongola e la città fu assorbita dallo stato di Galizia. A dominare Kiev giunsero poi il granducato di Lituania, il regno di Polonia e lo stato cosacco di Ucraina nel 1648, l’anno in cui in Occidente si concluse la guerra dei Trent’Anni. Pochi anni dopo Kiev divenne russa a tutti gli effetti, ma – non senza una certa pericolosa malizia – c’è chi fa notare che, quando fu fondata Mosca come piccolo villaggio di case di legno nel 1147, da almeno quattro secoli invece Kiev era già una capitale.
Attraverso i Dardanelli dal Mediterraneo nel XIII secolo si riversarono nel Mar Nero mercanti provenienti da mezza Europa. Costantinopoli era ancora Bisanzio, leggendaria capitale dell’impero romano d’Oriente, e l’ultima crociata sarebbe stata combattuta tra il 1271 e il 1272: il momento era insomma favorevole per gli scambi commerciali e ne approfittarono anche numerosi mercanti italiani, ma soprattutto genovesi e veneziani che erano già esperti delle rotte per il Levante. Il Mar Nero divenne così un passaggio obbligato per accedere ad oriente alla via della seta verso la Persia e a nord alla Crimea per proseguire ancora risalendo il bacino del Dnepr verso l’Ucraina e l’attuale Bielorussia. L’imperatore di Bisanzio Michele VIII Paleologo acconsentì che mercanti genovesi e veneziani si insediassero nella penisola, ma cominciarono anche delle controversie sull’uso esclusivo dei porti, soprattutto Soldaia (oggi Sudak) e Caffa. A Soldaia, tra gli altri mercanti veneziani, risiedeva anche Niccolò Polo, zio di Marco che partì proprio da quel porto per il suo viaggio nel Catai.
La questione dell’uso dei porti, rinfocolata dalle rivalità già esistenti in Italia tra le due repubbliche marinare, si acuì e si complicò. I veneziani si erano infatti insediati con l’autorizzazione dell’imperatore di Bisanzio, ma i genovesi strinsero accordi invece con il kahn mongolo per limitare le iniziative dei veneziani che a Caffa acquistavano soprattutto schiavi destinati a Venezia o da rivendere lungo le rotte del ritorno. Caffa fu anche fortificata dai genovesi, ma nel 1346 cadde dopo un assedio da parte dei mongoli. I veneziani nel frattempo si erano spinti ancora più a oriente sino alle foci del Don e quasi sotto le montagne del Caucaso, ma a far cessare il confronto tra due le repubbliche fu la crescente influenza ottomana che a metà del XV secolo si estese a tutta la Crimea. La caduta di Costantinopoli fece i resto e il Mar Nero divenne uno spazio chiuso per tutti. Pietro il Grande e la zarina Caterina conquistarono infine la Crimea nel XVIII secolo, senza però ottenere un accesso al Mediterraneo che rimase uno dei grandi obiettivi della geopolitica russa.
Genova e Venezia, oltre alle spezie che rimasero a lungo una voce importante delle importazioni, dai commerci con l’Ucraina attraverso il Mar Nero fecero transitare pelli, pellicce, granaglie e legnami. Venezia in cambio poté offrire raffinati oggetti di vetro e anche armi di buona e robusta fattura: l’altra voce, comune alle due repubbliche, furono i tessuti, soprattutto di lana e seta. Un altro bene – all’epoca di straordinario valore – fu l’allume, un sale indispensabile nella lavorazione dei tessuti per il fissaggio dei colori. In particolare Genova, che godeva di un vero e proprio monopolio controllando le miniere della Focea (Anatolia), rivendendolo nelle Fiandre e a Firenze, ne trasse enormi guadagni che cessarono solo con l’interruzione dei traffici commerciali. Il commercio dell’allume dall’Italia riprese solo dopo che tra i monti della Tolfa si cominciò ad estrarre il prezioso sale che divenne un altro monopolio, prima dei papi e poi della famiglia dei Medici.