Kim con Biden in difficoltà rilancia il fronte asiatico a colpi di missile. Solo per caso?

La geopolitica che ritrova la sua bussola. Ancora l’Atlantico, ancora la Nato? Storia antica, come l’Europa che continua a rimestare questioni nazionali e schieramenti armati da guerra fredda anti Russia ormai surgelata. E il fronte del Pacifico rivendica il suo primato di modernità strategica attraverso il più piccolo ma minacciosamente incontrollabile protagonista. A colpi di missile ipersonico.
Con degli importanti e ben più pericolosi amici attorno, la potenza economica della Cina, e quella militare della Russia che, molti sembrano dimenticare, si affaccia anche sul Pacifico e confina con la Corea del Kim.

La geopolitica che ritrova la sua bussola

«Se il tuo avversario è in difficoltà non perdere tempo, aggrediscilo immediatamente. Beh, Kim Jong-Un, giovane ma già scafato dittatore nordcoreano, non ha certo bisogno di suggeritori. E visto che, per ora, Joe Biden non vende certo salute (politica) lui ne ha approfittato per tastargli il polso».

Così, l’altro giorno, ha concluso il mese di gennaio in gloria, sparando l’ennesimo missile che è andato a cadere nel Mar del Giappone. Niente di eclatante, per carità, si è trattato solo di un “modesto” Hwasong 12, un vettore balistico IRBM che ha 4 mila chilometri di gittata massima. Quanto basta per arrivare a Guam. Infatti, il “giovane leader” non si è preso il disturbo di presenziare al lancio. Gli osservatori internazionali pensano (e temono) che Kim verrà, di corsa, a schiacciare il bottone rosso prossimamente, quando sarà testato un altro missile, intercontinentale, di tipo ipersonico. Vettore già provato con successo (pare) dai nordcoreani, lasciando a bocca aperta la Casa Bianca. Lo Hwasong di domenica scorsa ha volato per circa 800 chilometri, raggiungendo una quota di tangenza di 2 mila chilometri. La sua traiettoria è stata subito calcolata dalle difese anti-missile di Seul e Tokyo, che hanno intercettato sui loro radar il vettore.

Propaganda e minaccia reale

L’agenzia di stampa di Pyongyang, KCNA, ha dato grande risalto al lancio, sottolineando che il suo obiettivo principale era “verificare l’accuratezza di centrare il punto di caduta”. Un eufemismo per definire la sua precisione nel colpire un bersaglio. Ad evidenziare la portata propagandistica del lancio, c’è anche la diffusione di foto riprese da una telecamera montata sull’ogiva del missile. Le immagini mostrano la penisola coreana ripresa dallo spazio. Nell’ultimo mese, Pyongyang ha accelerato come non mai l’attività missilistica, arrivando a sparare ben sette vettori, tra cui un “ipersonico planante” di difficile intercettazione. Ormai è chiaro: Kim sta puntando tutte le fiches del suo affamatissimo Paese sulla tecnologia dei sistemi d’arma di ultima generazione. Spera così di continuare a mantenere un enorme potere contrattuale sugli Stati Uniti e, soprattutto, sui suoi vicini di casa. Giapponesi e coreani del sud. Le bombe atomiche che possiede acquistano una caratura di deterrenza solo se sono “veicolabili” a grandi distanze.

Le atomiche a colpire dove vuoi

Per questo la tecnologia missilistica, in questa fase, da un punto di vista strategico, è forse più importante di quella squisitamente nucleare. E per questo gli ingegneri aerospaziali nordcoreani sono stati messi alla frusta da Kim: vuole un missile balistico in grado di distruggere le principali città della West Coast americana, a cominciare dalla California. Potenzialmente, il giovane dittatore dovrebbe già avere il razzo che toglie il sonno agli americani. Si chiama Hwasong 15 e, secondo l’intelligence occidentale, potrebbe avere un raggio d’azione tra i 10 e i 13 mila chilometri. Per questo, quando i Presidenti Usa hanno dovuto parlare con Kim (a cominciare da Trump) si sono preoccupati di prenderlo con le molle. Le stesse sanzioni economiche hanno funzionato fino a un certo punto, dato che Pyongyang è la capitale mondiale del contrabbando, del mercato nero e delle truffe bancarie internazionali.

Sanzioni arma ripetitiva

Proprio recentemente, Biden ha deciso di inasprire le sanzioni, anche se è tutto il sistema produttivo del Paese a essere sull’orlo del collasso. Il mantra di Kim è terrorizzare senza farsi intimidire e mettere a frutto i suoi ricatti. All’ultimo congresso del Partito comunista ha parlato chiaro. Ha detto che il regime si concentrerà sui missili di ultima generazione, su droni “avanzatissimi” e su satelliti spaziali da utilizzare come strumenti di scoperta avanzata. La precisione dimostrata dallo Hwasong 12 e le fotografie scattate significano che la Corea del Nord ha fatto progressi significativi nella fase di “rientro” dei missili balistici. Una cattiva notizia per la Casa Bianca, il Giappone e per Seul, dove a marzo si vota per scegliere il nuovo Presidente. Previsioni? Kim aspetterà che Biden venga rosolato a fuoco lento dalle numerose crisi internazionali.

Poi sparerà qualche missile balistico “ipersonico” per ammorbidire il suo anziano interlocutore. E, alla fine, gli farà firmare l’ennesimo trattato senza senso. Prima delle elezioni di Medio termine.

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