La scatola della P2 e la memoria senza storia

Il potere è una cosa seria. Va trattato con rispetto, combattuto sapendo che cosa si deve combattere. Altrimenti è farsa, è finzione scenica, gioco delle parti. Ci ragiono e penso alla P2. È esistita, ha operato, ha fatto danni alla democrazia, se uno pensa che la democrazia sia una cosa seria e non una pantomima, perché in quel caso è stata funzionale. E non per un periodo. Ha funzionato come schema, come ispirazione, come terreno di coltura di una precisa idea di sovranità limitata a livello politico e internazionale. Di obbedienza e gentile assuefazione sul piano economico, mediatico e culturale.

Eppure mi viene da dire che la P2 già negli anni Ottanta era una scatola vuota. Un oggetto misterioso che mentre cercavamo di comprendere, nelle pieghe dei segreti e delle complicità, era già diventato altro.

È un po’ l’essenza del potere, quando è potere. Un qualcosa di poco definibile, opaco, mutevole. Qualcosa che agisce nel tempo e che quando ne cogli gli effetti è già altro.

Ci siamo innamorati del Grande vecchio, della P2, dei complotti, di Gomorra e di tutto quello che ci fa stare a posto con quella parte della coscienza che vuole solo rassicurazioni. E diamo battaglia cercando di mettere in chiaro l’idea che sia necessario conservare memoria come fosse una vecchia fotografia da tenere nel cassetto.

Poi come in un vecchio film vediamo gli effetti di quelle cause che ci sono scivolate invisibili davanti agli occhi. E ci sembra un mondo assurdo, dove prevale la mediocrità e dove facce scellerate e sorridenti decidono per noi. Però sappiamo tutto della P2, di Gomorra, di antimafia, di guerre giuste. Abbiamo una memoria che non si fa storia. Come due più due più due che non si sommano, che restano due e due e due, senza diventare mai sei. E non abbiamo strumenti culturali per comprendere dove poggiamo i piedi, che cosa accade alle nostre vite, come si ramifica il sistema di ingiustizie che regola la nostra società. Come riprendersi la politica, l’idea di comunità e di bene comune.

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