Allarme New York Times: missili Nato in Ucraina? «Atomiche di Mosca di fronte agli Usa»

Risposta da guerra fredda all’Ucraina nella Nato. Sarebbe coinvolta la base di russa di Vladivostok. L’allarme arriva dal New York Times: la possibilità che l’esercito russo sposti sulla sua costa orientale armi atomiche (ma non c’erano già?), una misura che potrebbe essere interpretata come una «minaccia diretta» dagli apparati di sicurezza americani. Rischio allarmismi strumentali.
Minacce presunte e possibili provocazioni in una partita per fortuna ancora politica. Ma sempre più rischiosa.

Chi la fa l’aspetti, pessimi segnali

«Ci sono stati segnali, mai espliciti, che questo possa avvenire», ha scritto il quotidiano Usa citando interventi a porte chiuse di diplomatici ed esperti di politica estera. Allarmismo, speriamo, ma se porti la minaccia alle porte di casa altrui, qualcosa in cambio devi pure aspettarti. Nato libera di accogliere chi vuole, Russia libera si spostare i suoi missili strategici sul suo territorio. Ma è escalation folle. Il ballo, dal punto di vista militare, i tempi di allarme per difesa e di reazione. La minaccia di morire assieme per sperare di non lanciare mai la armi mostro.

Tempi più brevi verso l’abisso

Per il New York Times l’operazione permetterebbe di ridurre al limite di cinque minuti i tempi di allarme dopo un ipotetico attacco agli Stati Uniti. Lo scrive il quotidiano Usa, «Ma senza alcun dato a sostegno», sottolinea giustamente Luigi De Biase sul manifesto, «col rischio vero che il rapporto finisca per assecondare l’approccio da Guerra fredda che avanza nell’Amministrazione Biden». Sempre il NYT, quello di oggi, ancora allarme. «La Russia riduce la sua ambasciata in Ucraina», e la tre possibili chiavi di lettura: «propaganda, preparazione per un conflitto o una finta, affermano funzionari ucraini e statunitensi». O tutte tre assieme.

Vladivostok, regione del Primorskij Kraij

Secondo l’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, l’Ican, le forze armate russe hanno a disposizione almeno 6.257 testate atomiche. Nessuno conosce l’esatta disposizione dell’arsenale, ma –osserva De Biase-, è lecito supporre che un certo di quell’arsenale di fine del mondo, «già si trovi nelle installazioni costruite fra il Mare di Okhotsk e quello di Bering. Non è del tutto chiaro, quindi, quale vantaggio strategico i russi intenderebbero ottenere spostando altre armi verso Oriente». Giorni fa l’ipotesi di provocazioni ‘sotto falsa bandiera’ attribuite alla Russia. E questa del New York Times, diventa ‘notizia col dubbio’.

Rischio di morire per Kiev

Le tensioni tra Stati Uniti e Russia restano in ogni caso al livello di allerta. Con minacce ormai esplicite e dirette. Lo scorso dicembre il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov aveva dichiarato che la Russia potrebbe impiegare missili a medio raggio nella parte europea del paese, nel caso in cui la Nato dovesse accettare fra i nuovi soci Ucraina o Georgia, insomma, portare le testate Nato ai confini diretti con la Russia. Ma il vertice a Bruxelles della scorsa settimana con i rappresentanti dell’Alleanza atlantica al quale ha preso parte lo stesso Ryabkov non è bastato a chiudere un’intesa.

Mentre in Ucraina il caos regna sovrano

La minaccia di fonte Usa di una invasione russa dell’Ucraina, altra notizia ‘col dubbio’. La Russia ad innescare una quasi guerra mondiale per prendersi in mano un Paese praticamente ingovernabile? L’Ucraina affronta da mesi una preoccupante crisi politica, oltre al separatismo armato nel Donbass. Scontri di fazioni di potere interne, con il presidente Zelensky che grida al golpe una settimana si e una no, ma intanto mette in carcere gli oppositori. Viktor Medvedchuk, ‘Piattaforma di opposizione’ è agli arresti domiciliari da maggio.

Scontro di fazioni interne

E ieri a Kiev è cominciato il processo per tradimento contro Petro Poroshenko, presidente dal 2014 al 2019, ora sotto accusa per l’acquisto di carbone dalle province ribelli di Donetsk e Lugansk. Tutto molto simile a quella dell’ex leader di opposizione Yulia Timoshenko, incarcerata un decina di anni fa per un accordo sul gas con la Russia nel periodo in cui era premier. Inverni freddi ma combustibili con bandiera.

Poroshenko di ritorno

Intento l’ex presidente Poroshenko ieri è tornato in patria per la prima udienza in tribunale. Sostenitori ad accoglierlo all’aeroporto e sfida politica aperta. E la procura ha chiesto una cauzione record per lasciarlo in libertà: trenta milioni di euro.

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AVEVAMO DETTO

Tags: Nato Russia Usa
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