Ucraina, Bielorussia, Kazakhstan e Armenia-Azerbaijan, occasioni Usa contro la Russia

Strana ‘sensibilità democratica’ statunitense (e occidentale), che a Ginevra minaccia sanzioni a Mosca sulla questione ucraina, «ma non al Kazakhstan dove i russi e i loro alleati sono intervenuti a fianco del presidente Tokayev che ha messo in galera 8mila oppositori e fatto dozzine di morti nella repressione della rivolta».
Sempre attento e senza ‘peli sulla penna’
Alberto Negri che sul manifesto denuncia «Il nuovo, pericoloso, arco della crisi». Tensioni viste dagli Usa come occasioni per destabilizzare la Russia odierna, fastidiosamente alleata della Cina.

Il despota utile diventa amico

Biden solo a settembre aveva scritto a Tokayev: «Gli Usa sono orgogliosi di poterla chiamare amico”, mentre oggi Washington promette che “monitorerà i diritti umani” nel Paese. «Come no: lì ci sono investimenti miliardari di Exxon e Chevron (c’è anche Eni). Questo interessa monitorare».

Memoria italiana

«All’Occidente dei diritti umani in Kazakhstan non è mai importato nulla, se non fare affari con Nazarbayev. O ci siamo dimenticati che l’Italia nel 2013 deportò Alma Shalabayeva, moglie del’ex oligarca Ablyazov: un sequestro di persona per cui a Perugia adesso sono imputati cinque funzionari di polizia».

Interessi occidentali

Le multinazionali dell’energia e minerarie in questi anni hanno investito in Khazakistan 160 miliardi di dollari, «ma non significa che questo sia un Paese ricco, anzi gas e petrolio hanno accentuato le differenze di classe e di censo durante gli anni della dittatura di Nazarbayev. In troppi Paesi petroliferi come Iraq, Libia, Iran e Algeria, l’oro nero non ha portato quella ricchezza che tutti si aspettavano».

Voglia Usa di un Afghanistan russo

Far dimenticare il vergognoso ritiro americano dell’Afghanistan. Magari ‘aiutando’ un po’ le frange locali jihadiste «che possono essere strumentalizzate come avvenne in Uzbekistan nella valle di Ferghana oppure in Tagikistan durante la guerra civile tra clan, dove ci fu l’intervento dell’Armata Rossa». Malizioso Alberti Negri, e di buona memoria.

Dal 1978 già Brzezinski

«Nel 1978 Brzezinski, il consigliere di Carter, accolse un rapporto in gran parte elaborato dal celebre studioso Bernard Lewis – reso noto alla Trilaterale e al gruppo Bilderberg nel 1979 – in cui si sosteneva che l’Occidente dovesse incoraggiare i movimenti islamisti e i gruppi indipendentisti per promuovere la balcanizzazione del Medio Oriente e delle repubbliche musulmane dell’allora Unione Sovietica».

‘Arco della crisi’ o ‘balcanizzazione’

«L’invasione sovietica dell’Afghanistan diede un enorme impulso alla teoria di Lewis che vent’anni dopo fu anche l’intellettuale più influente nella decisione americana di invadere l’Iraq nel 2003. Ma allora mancava un attore che oggi non si può ignorare: la Cina». (Su questo aspetto di sta lavorando Piero Orteca per domani, Ndr).

Torkayev chi?

«Torkayev, che sta facendo fuori i vertici della sicurezza fedeli a Nazarbayev, è tra l’altro una figura di raccordo interessante perché viene dall’élite sovietica, conosce molto bene la Cina (parla mandarino) ma all’Onu ha trattato anche per il bando dei test balistici ed è stato pure vicepresidente dell’Osce».

Via della Seta alla Marco Polo

«Perché il vero problema strategico del Kazakhstan e dell’Asia centrale, dal punto di vista americano, non è soltanto la Russia ma la Cina. Una componente fondamentale della strategia della Cina di Xi Jinping consiste nel superamento della dipendenza del commercio estero di Pechino dalle rotte marittime che possono essere bloccate dagli Usa e dai suoi alleati».

A Ginevra ‘convivati di pietra’

Ginevra fa parte di un dossier più ampio, quello del “nuovo arco della crisi”, che oltre alla Russia coinvolge anche Pechino come convitato di pietra. «Putin è quello che si gioca la posta più alta: a Ovest le tensioni sull’Ucraina possono spingere Svezia e Finlandia nella Nato e a Oriente deve dimostrare alla Cina di essere il vero “guardiano” dell’Asia centrale».

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro