Rivolta in Kazakistan, scontri e vittime, truppe da Russia e alleati

Tanti morti e feriti, ma numeri per ora imprecisati. E pugno duro da parte del presidente, Kassym-Jomart, che si è rivolto direttamente a Putin.
La Russia ha confermato l’invio di truppe: “Una forza collettiva di peacekeeping dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto) in Kazakistan per un periodo limitato” conferma il ministero esteri Di Mosca.
All’operazione stanno partecipando effettivi di tutti i Paesi dell’alleanza che – oltre a Russia e Kazakistan – include Armenia, Bielorussia, Kirghizistan e Tagikistan.

Mosca invia ‘truppe di pace’

La Russia ha confermato l’invio di truppe per stabilizzare la situazione in Kazakistan, sconvolto dalle rivolte esplose per il caro carburante. «Una forza collettiva di peacekeeping dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto) è stata inviata in Kazakistan per un periodo limitato al fine di stabilizzare e normalizzare la situazione», riferisce una nota dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Poi la conferma dall’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto), composta da sei ex repubbliche sovietiche guidate da Mosca. I militari russi e alleati stanno arrivando in Kazakistan per via aerea e il contingente già atterrato risulta già operativo. ha avviato le operazioni.

Notizie confuse e di fonte governativa

«È in corso una ‘intensa sparatoria’ tra militari e uomini armati di fronte alla sede del comune di Almaty», riferisce l’agenzia Tass. «Le truppe sono arrivate in piazza e hanno iniziato a ripulirla dai rivoltosi», riferisce il cronista dell’agenzia russa, «è in corso un’intensa sparatoria».
«La scorsa notte forze estremiste hanno cercato di assaltare gli edifici amministrativi, il dipartimento di polizia della città di Almaty, uffici distrettuali e stazioni di polizia», racconta televisione Khabar-24. «Decine di assalitori sono stati eliminati e le loro identità sono in corso di accertamento», dichiara la portavoce del governo kazako.

Situazione pre rivoluzionaria

Dalla stessa fonte governativa, l’appello ad «evitare di uscire di casa per tutelare la loro incolumità». «I disordini esplosi ad Almaty hanno causato “danni enormi” nella maggiore città kazaka», denunciano le autorità del Paese, che hanno annunciato l’avvio stamane di una «operazione antiterrorismo contro i saccheggiatori e i rivoltosi condotta in modo congiunto da forze di sicurezza ed esercito».
Una rivolta popolare molto (forse troppo) bene organizzata, con le autorità che solo nella notte hanno ripreso il controllo dell’aeroporto. Ieri, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, aveva assicurato: il Kazakistan può risolvere i suoi problemi da solo ed è importante che nessuno interferisca dall’estero (fonte Ria Novosti).

La statua dell’ex presidente distrutta dai manifestanti

Nel tentativo di placare le proteste — scoppiate mercoledì 5 gennaio per l’aumento dei prezzi del carburante — il presidente Tokayev ha accettato le dimissioni del governo guidato da Askar Mamin e ha rimosso il suo predecessore, Nursultan Nazarbayev, dal ruolo di presidente del Consiglio di sicurezza nazionale. Rilevato dai media internazionali, infatti, come in questi giorni l’ira dei manifestanti sia stata indirizzata anche contro l’ex capo dello Stato, che pure dopo le dimissioni a sorpresa nel 2019 è rimasto una figura dominante della vita politica del Kazakhstan. Ieri, a Taldykorgan, nei pressi di Almaty, i dimostranti hanno demolito un monumento dedicato a Nazarbayev.

https://www.youtube.com/watch?v=HSI4_icVI6Q&ab_channel=noviDANI

§§§

AVEVAMO DETTO

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro